
Italiani al terzo posto nel mondo per il consumo di acqua in bottiglie di plastica: un record negativo
Il mondo oggi risuona di iniziative e intenti globali volti a salvare l’umanità e la Terra in cui tutti viviamo riducendo il consumo di plastica e favorendo un utilizzo sostenibile dell’acqua, una risorsa vitale che si sta esaurendo. New York potrebbe diventare la prima metropoli plastic free. “Santarcangelo Plastic free” è un’iniziativa che coinvolge a raggio il Comune, i cittadini e le varie attività commerciali di questa cittadina romagnola. Dalle metropoli ai piccoli paesini di tutto il mondo, la lotta alla plastica si arma di buoni propositi volti a cambiare abitudini e stili di vita che negli anni sono arrivati a sommergerci di oceani e isole di plastica. Allo stesso modo, aumentano giorno dopo giorno le campagne per evitare lo spreco d’acqua e sensibilizzare bambini, adulti e anziani a bere più “oro blu”. In tale contesto orientato alla sostenibilità e alla salute l’Italia sembra però andare in controtendenza con un record che non ci rende gloria. Gli Italiani infatti sono tra i più grandi consumatori di acqua in bottiglie di plastica, al terzo posto nel mondo dopo Messico e Thailandia. In particolare, dal 2009 al 2019 il consumo di acqua di bottiglie di plastica è raddoppiato da 5 miliardi a 10 miliardi.
Bere acqua in bottiglie di plastica: siamo veramente più sicuri e comodi?
Molte persone affermano che preferiscono l’acqua in bottiglia rispetto a quella del rubinetto perché si sentono più sicuri. In questo caso siamo nell’ambito di false credenze oggi non più giustificate. Oltre a poter contare su falde, sorgenti e fonti di acqua di valore e con gradi di purezza che il mondo ci invidia, oggi la maggior parte dei gestori degli acquedotti in Italia si avvale di sistemi di controllo che assicurano agli Italiani acqua buona e controllata . Acqua quindi che risponde a caratteristiche chimico-fisiche e microbiologiche che ne certificano la qualità e la sicurezza per l’uomo sulla base di criteri che sono legge, nel vero senso della parola in base al Decreto Legislativo 18/2023. Gruppo CAP poi segue un sistema di controllo e gestione dell’acqua focalizzato non solo sul controllo ma anche sulla previsione di eventuali criticità.
Quando sono il gusto e la salute a condizionare le scelte, ricordiamoci il vetro!
Tra le ragioni per cui si potrebbe giustificare il consumo di acqua in bottiglia si possono accettare le questioni di palato e la salute. Ci sono persone che preferiscono l’acqua effervescente o gasata e i gusti personali non si possono più di tanto discutere. Ma, perché c’è sempre un ma, anche secondo i dati a disposizione, abbiamo già evidenziato che il 71% del mercato dell’acqua in bottiglia in Italia riguarda l’acqua minerale liscia. Seguono con il 13% quelle effervescenti, l’11% quelle gassate e il 5% quelle leggermente frizzanti. Facendo un breve calcolo, capiamo che il record italiano potrebbe essere abbattuto velocemente acquisendo la sana abitudine di bere acqua del rubinetto dato che solo il 39% di Italiani beve acqua in bottiglia dal gusto particolare. Addirittura, si potrebbe eliminare dal conteggio 1 miliardo in più di bottiglie imparando a gasare l’acqua del rubinetto! Quando si tratta di salute, il discorso cambia. Se il medico ci indica particolari tipi di acqua per questioni di salute e l’acqua del nostro rubinetto non le presenta, siamo di fronte al solo caso in cui si può giustificare l’utilizzo di particolari tipi di acqua in bottiglia.