L’acqua venduta nelle bottiglie di plastica è garantita sicura solo se conservata secondo le indicazioni riportate in etichetta. Se non si seguono tali indicazioni naturalmente ogni garanzia cade, anche per la plastica con cui è fatta la bottiglia. Un punto su cui riflettere dato che una bottiglia d’acqua di plastica passa molte mani prima di arrivare alle nostre.
In aggiunta, il riciclo della plastica è ormai da considerarsi un limite per la sicurezza dell’ambiente e dell’uomo. Quante tonnellate di bottiglie alimentano la plastica che inquina i nostri mari? Sicuramente incalcolabili in più il nostro Paese detiene un poco confortante primato: noi italiani siamo tra i maggiori consumatori di acqua in bottiglia al mondo.
Un dato che fa discutere su un’abitudine che si è consolidata in Italia negli anni, nonostante il Bel Paese oggi garantisca nella maggior parte del suo territorio acqua del rubinetto potabile, di gran qualità e sicura. Tanti spunti che pongono ragionevoli dubbi sulla bontà dell’acqua in bottiglia soprattutto di fronte all’evidenza che l’acqua del rubinetto è potabile, di qualità, buona, sicura, a basso costo e in più a km zero.
Acqua in bottiglia di plastica: a cosa stare attenti
L’acqua in bottiglia di plastica fa male? Dipende da come la si conserva! Una risposta che pone l’attenzione di tutti su un aspetto di cui spesso o non ci preoccupiamo, o non riusciamo a controllare: le modalità di conservazione e stoccaggio.
L’acqua in bottiglia di plastica infatti riporta in etichetta non solo i suoi valori nutrizionali e chimico-fisici ma anche le avvertenze di conservazione accompagnate dalla data di scadenza. Si legge “Conservare al riparo dalla luce, in luogo fresco, lontano da fonti di calore”: sono indicazioni principalmente focalizzate nel garantire la stabilità della plastica di cui è fatta la bottiglia, il PET o polietilene tereftalato.
Si tratta di un tipo di plastica utilizzato per confezionare bottiglie o recipienti trasparenti destinati ad acqua, bibite e alimenti. Il PET però è sicuro solo se a contatto con prodotti freddi. Il calore infatti ne altera la struttura favorendo la liberazione di composti nocivi come l’antimonio e l’acetaldeide.
Una notizia non molto confortante se pensiamo al lungo viaggio che una bottiglia d’acqua deve affrontare per arrivare tra le nostre mani. Anche se noi seguiamo le indicazioni poste in etichetta, chi ci garantisce che sia stata manipolata in modo opportuno dall’azienda agli scaffali del supermercato?
Una recente sentenza della Cassazione ha sancito che “È reato esporre al sole l’acqua in bottiglia di plastica” in quanto non si seguono le dovute indicazioni di conservazione. In particolare la Cassazione ha sottolineato che “l’acqua è un prodotto alimentare vivo e non va considerata in manieratroppo diversa dal vino e dall’olio”. Il negoziante che ha commesso il reato ha dovuto così pagare una bella multa salata.
Il PET inoltre è considerato un prodotto monouso: una volta svuotata la bottiglia non va usata a lungo. Meglio ancora non va proprio riutilizzata perché è provato che non viene più garantita la stabilità della plastica. Inoltre, la sicurezza microbiologica delle bottiglie di acqua di plastica diminuisce all’apertura, tanto che andrebbe consumata entro le 24 ore. Figuriamoci riutilizzare la bottiglia di plastica più e più volte: oltre alla stabilità del PET ci sono evidenti problemi di contaminazione.
Se non bastasse, come si lavano queste bottiglie? In lavastoviglie o con acqua calda aumenta ancora una volta il rischio di deteriorare ulteriormente il PET. Per il riutilizzo vincono assolutamente le bottiglie di vetro proprio perché concepite per l’utilizzo a lungo termine. Non a caso oltre alle bottiglie di vetro, usiamo per anni gli stessi bicchieri. Ancor meglio, pensiamo alla conserva fatta in casa: il vetro è il miglior contenitore e per fare il vuoto si fa bollire il tutto!
Acqua in bottiglie di plastica e inquinamento
Un recente studio condotto dal Censis (febbraio 2018) ha evidenziato che il 90% degli Italiani preferisce bere l’acqua in bottiglia di plastica invece che quella del rubinetto. Addirittura gli Italiani con 208 litri a testa sono al secondo posto nel mondo per il consumo di acqua in bottiglia di plastica, dopo i Messicani (244 litri), e primi in Europa dove la media è di 106 litri a testa.
Un’abitudine che anche secondo l’Europa risulta ingiustificata dato che in Italia la rete idrica raggiunge quasi il 99% della popolazione e garantisce, con una media di 300 mila controlli all’anno, acqua potabile in sicurezza nella maggior parte dei comuni. In particolare Gruppo CAP si impegna ogni giorno per offrire ai suoi utenti acqua del rubinetto sicura, buona, sana, e priva di micorganismi e sostanze nocive.
L’acqua nelle bottiglie di plastica sembra infatti rispondere più alle nostre esigenze di praticità che a quelle di sicurezza e bontà. Se non è abbastanza, un’analisi condotta dall’Università statale di New York a Fredonia ha evidenziato che più del 90% delle acque in bottiglie di plastica analizzate conteneva microplastiche e in una quantità maggiore rispetto all’acqua del rubinetto.
L’analisi è stata fatta su 259 bottiglie di 11 marche provenienti da Usa, Cina, Brasile, India, Indonesia, Messico, Libano, Kenya e Tailandia. A prescindere dalle modalità di conservazione adottate, è significativo il fatto che i microfilamenti più presenti sono quelli di polipropilene, la plastica dei tappi, uno dei maggiori inquinanti dei nostri mari.
Le bottiglie di plastica inquinano la salute dell’ambiente e dell’uomo
Il polipropilene (PP) e altre poliolefine (PO) utilizzate per i tappi, sono risultati tra i maggiori inquinanti del Mar Mediterraneo in seguito all’analisi di alcuni campioni condotta grazie alla collaborazione di Greeenpeace, l’Istituto di Scienze Marine del CNR di Genova (ISMAR) e dall’Università Politecnica delle Marche (UNIVPM).
Quindi, se da una parte l’acqua in bottiglia ben conservata può considerarsi sicura, dall’altra, una volta che diventa un rifiuto gestito male, diventa uno dei maggiori inquinanti dei nostri mari e anche dell’acqua del rubinetto. Negli ultimi tempi poi si sente sempre più spesso parlare del problema dell’inquinamento delle plastiche a livello mondiale: negli oceani galleggiano vere e proprie isole di plastica!
Bere acqua in bottiglia di plastica quando si ha a disposizione quella del rubinetto sembra quindi insensato. Si tratta di continuare a inquinare un mare già sofferente. Non ci rendiamo conto che alimentiamo un nemico accertato per noi e l’ambiente in cui viviamo? E a chi ancora non si fida di bere l'acqua del rubinetto, consigliamo di esplorare delle alternative più sostenibili come il vuoto a rendere.
I dati Censis parlano di 208 litri di acqua in bottiglia di plastica pro capite in Italia: quante tonnellate di plastica inquinante risparmiamo ai nostri mari bevendo l’acqua del rubinetto? Calcolando poi anche l’inquinamento dell’aria dovuto al trasporto, l’acqua del rubinetto acquista un plus valore per la nostra salute che non ha veramente prezzo.
Alla luce di queste considerazioni l’acqua in bottiglia di plastica conservata bene è sicura e rappresenta una soluzione utile per chi non ha a disposizione acqua del rubinetto potabile, sicura e buona. Fa comunque e sempre male quando viene smaltita senza coscienza, alimentando l’inquinamento dell’ambiente e i nostri mari già sofferenti. Un male che oggi più che mai rappresenta un reale problema.
Alla resa dei conti la migliore acqua da bere è quella di casa: per noi l’acqua del rubinetto fornita da Gruppo CAP, in una bottiglia di vetro piuttosto che di plastica.