Il mare è pieno di plastica. Si stima infatti che ogni anno proprio nel mare vengano riversati ben 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici! Negli ultimi anni, poi, sentiamo sempre più spesso parlare di isola di plastica riferendosi ad ammassi di spazzatura e di rifiuti plastici che si aggregano in agglomerati di grandi dimensioni che formano isole galleggianti nei mari e negli oceani di tutto il mondo.
Si tratta di una delle più grandi criticità ambientali e climatiche da risolvere nel breve termine per rendere il futuro più sostenibile, anche in termini di vita dell’uomo e di altre specie animali e vegetali sulla terra. In questo articolo vedremo insieme che cos’è un’isola di plastica, quante ce ne sono nel mondo e perché rappresentano una criticità non solo ambientale e climatica ma anche vitale!
Cosa sono le isole di plastica?
Le isole di plastica sono una delle più sconcertanti evidenze dell’inquinamento causato dall’uomo. Sebbene l’industria della plastica sia nata solo negli anni ’30, meno di 100 anni fa, la mala gestione del suo smaltimento è diventata la causa della formazione di vere e proprie isole di plastica galleggianti nei mari e negli oceani di tutto il mondo, uno dei fenomeni di inquinamento più preoccupanti non solo per l’ambiente e per l’impatto sui cambiamenti climatici, di cui tanto si discute, ma anche per la salute dell’uomo e la sopravvivenza di molte specie animali e vegetali presenti sulla Terra.
Come si formano le isole di plastica?
L’isola di plastica è costituita dall’aggregazione di rifiuti plastici di varie dimensioni che negli anni formano “zuppe” di spazzatura e detriti che i vortici di acqua “fondono” in vere e proprie isole di grandi dimensioni, creando anche microambienti unici che galleggiano nei mari e negli oceani.
Per farci un’idea dello sconcertante impatto ambientale di questo fenomeno allarmante, basti pensare che un’isola di plastica può raggiungere grandi dimensioni comprendendo superfici di centinaia di migliaia o milioni di Km2, come la Lombardia o addirittura gli Stati Uniti d’America, e arrivando a centinaia di metri in profondità. Vengono così a crearsi dei microambienti unici e singolari che però mettono a dura prova la vita sia nel mare che sulla terraferma ma anche il clima. Vediamo in che modo.
Isola di plastica: quali conseguenze comportano
I vari tipi di plastica si degradano lentamente ma togliere il contatto con l’acqua salata, l’aria, il sole e, in generale, i vari agenti atmosferici, determina vari gradi di erosione che alterano la stabilità di questo materiale. Tutto ciò si traduce in almeno 3 fenomeni principali che impattano negativamente l’ambiente, il clima e la vita sulla Terra:
Emissione di gas serra
Recenti studi hanno evidenziato che la plastica degradandosi emette gas che alimentano l’effetto serra e quindi i cambiamenti climatici che stanno sconvolgendo la Terra.
Formazione di microplastiche
La degradazione dei rifiuti che costituiscono un’isola di plastica porta alla formazione di microplastiche, nuovi inquinanti ambientali che stanno minando la salute dell’uomo e la sopravvivenza di molte specie animali e vegetali marine e terrestri. Le microplastiche infatti vengono ingoiate da molti pesci e, così, sono entrate anche nella nostra catena alimentare. Se ne sono trovate tracce anche nel latte materno.
Il loro impatto sulla salute dell’uomo è oggetto di numerosi studi, da cui emergono dati allarmanti sul rischio di un aumento dell’incidenza di malattie croniche e non solo. Per quanto riguarda, le specie animali e vegetali marine e terrestri, emergono dati preoccupanti che riguardano la loro sopravvivenza.
Impatto negativo sull’ambiente marino e non solo
Innanzitutto, i piccoli rifiuti di plastica che costituiscono queste isole uccidono ogni anno milioni di pesci e altre specie marine, come le balene. L’isola di plastica poi ha anche un impatto negativo sull’ambiente marino sottostante. Oltre a immettere microplastiche nocive, lo soffoca e, impedendo la penetrazione dei raggi del sole, ne riduce la luminosità e ne favorisce il raffreddamento, con conseguenze catastrofiche sull’ecosistema, sulle correnti marine e sul clima. Le microplastiche che arrivano nelle regioni polari sembrerebbero inoltre favorire l'accelerazione del fenomeno di scioglimento dei ghiacci.
Ma dove si trovano le più famose isole di plastica nel mondo? Scopriamolo insieme!
Nel Pacifico galleggia l’isola di plastica più grande al mondo
La più grande isola di plastica del mondo galleggia nel Pacifico da più di 40 anni. Si tratta della Great Pacific Garbage Patch. Chiamata anche “Pacific Trash Vortex”, venne avvistata per la prima volta nel 1997 rendendo triste realtà una leggenda nota già a partire dagli anni ’80. A scoprirla fu il velista Charles Moore che durante una gara in barca in prossimità delle isole Hawaii si trovò all’improvviso circondato da una marea di spazzatura di plastica.
Si stima che si sia sviluppata oltre 60 anni fa e, purtroppo, in pochi decenni ha raggiunto dimensioni preoccupanti, variabili dai 700 mila Km2 fino ai 10 milioni di Km2, pari all’estensione della Penisola Iberica e degli Stati Uniti d’America, con una concentrazioni di rifiuti di plastica complessivi che può variare tra i 3 e i 100 milioni di tonnellate.
Una quantità enorme che potrebbe aumentare in fretta poiché si stima che ogni giorno si aggiunga quasi 1 tonnellata di nuovi rifiuti. La Great Pacific Garbage Patch galleggia tra la California e l’Arcipelago Hawaiano seguendo la corrente oceanica del vortice subtropicale del Nord Pacifico.
Quali sono e dove si trovano le altre isole di plastica?
Nel mondo sono state scoperte ben 6 isole di plastica di grandi dimensioni e altre più piccole, una anche nel nostro Mar Tirreno. Quest’ultima è considerata una piccola “zuppa” di vari tipi di spazzatura di plastica che galleggia all’interno del Santuario dei Cetacei, nel triangolo di mare tra Elba, Corsica e Capraia. Tra le 6 maggiori, oltre al Great Pacific Garbage Patch sono state scoperte altre 5 isole di plastica di grandi dimensioni più piccole sparse in tutti gli oceani del mondo. Tutte contengono nel nome la definizione di “Garbage Patch” che significa spazzatura di grandi dimensioni.
1. South Pacific Garbage Patch
Quest’isola, costituita principalmente da frammenti di vari tipi di plastica, copre una superficie di circa 2,6 milioni di Km2, pari a 8 volte l’Italia, e galleggia anch’essa sull’Oceano Pacifico, al largo tra il Cile e il Perù.
2. North Atlantic Garbage Patch
È la seconda isola di plastica più grande al mondo per superficie, circa 4 milioni di Km2, ma è al primo posto per la sua alta densità di rifiuti, circa 200 mila detriti per Km2. Scoperta nel Nord Atlantico nel 1972, galleggia spinta dalla corrente oceanica nord atlantica.
3. South Atlantic Garbage Patch
Con una superficie che supera 1 milione di Km2, galleggia tra l’America del Sud e l’Africa meridionale, spinta dalla corrente oceanica sud atlantica.
4. Indian Ocean Garbage Patch
Venne rilevata nel 2010 al largo dell’Oceano Indiano ma se ne parla già dal 1988, quest’isola di plastica copre una superficie di oltre 2 Km2 ed è caratterizzata da una densità di 10 mila detriti per Km2.
5. Artic Garbage Patch
Scoperta nel mare di Barents nel 2013, in prossimità del circolo polare artico, è la più piccola delle 5 e viene alimentata dai detriti provenienti dall’Europa e dalle coste del Nord America.
La triste scoperta delle isole di plastica evidenzia un’enorme criticità ambientale da limitare e risolvere con azioni di smaltimento dei rifiuti di grande impatto che i vari Stati nel mondo stanno iniziando a studiare ma anche con piccoli gesti quotidiani che coinvolgono ognuno di noi. Possiamo ridurre il consumo di plastica e differenziare i rifiuti in modo oculato. Basta iniziare con una semplice e sana abitudine quotidiana: bere l’acqua del rubinetto e bevande in bottiglie di vetro. Si evita così di alimentare queste isole di rifiuti con tonnellate di bottiglie di plastica!