Lo scioglimento dei ghiacciai è ormai un reale problema per l’uomo e l’ambiente, una delle più temute conseguenze dei cambiamenti climatici negli ultimi decenni. Se ne è ampiamente discusso anche alla Cop26, la conferenza sul clima tenutasi recentemente a Glasgow.

In particolare, i dati raccolti negli ultimi decenni, tra cui le immagini satellitari del “prima e dopo” sulla conformazione dei ghiacciai sulla Terra, evidenziano un’accelerazione mai registrata prima nello scioglimento dei ghiacciai, con un picco preoccupante negli ultimi 10 anni causato dal continuo aumento delle temperature.

Gli esperti parlano infatti di un’emergenza inarrestabile e sempre più veloce che necessita di essere controllata per evitare nel breve termine disastri ambientali e climatici di grandi dimensioni.

Non si tratta solo dell’aumento del livello del mare legato allo scioglimento dei Poli Artico e Antartico ma anche della progressiva perdita dei ghiacciai montani, un’importante fonte di acqua dolce per l’uomo e per le numerose specie di animali e piante che fanno parte degli ormai fragili ecosistemi di Alpi, Appennini, Pirenei e di tutte le più importanti catene montuose nel mondo.

Le tremende inondazioni che negli ultimi anni hanno colpito molti paesi in tutto il mondo così come la progressiva carenza di acqua dolce o la preoccupante fragilità di animali e piante montani a rischio di estinzione, sono solo alcuni assaggi del catastrofico futuro che ci attende se lo scioglimento dei ghiacciai non dovesse frenare. 

Partendo dall’approfondimento delle cause di questo fenomeno, vedremo insieme perché è necessario frenare lo scioglimento dei ghiacciai e cosa si potrebbe fare per un futuro sempre più sostenibile per l’ambiente e la vita dell’umanità!

Scioglimento dei ghiacciai: quali sono le cause

I ghiacciai sono enormi masse di ghiaccio che si sono formate nei secoli dalla neve o da masse di acqua di mare ghiacciata a causa delle basse temperature tipiche ai poli Artico e Antartico così come alle più alte quote delle catene montuose distribuite nel mondo.

Nello specifico, i ghiacciai sono sistemi in continuo movimento e mutamento che però hanno potuto mantenere per secoli una conformazione “stabile” grazie all’equilibrio sulla loro superficie tra il ghiaccio che si scioglie con l’aumento delle temperature e quello che si riforma con il gelo. I ghiacciai sono infatti costituiti da stratificazioni di acqua gelata suddivise in due importanti zone:

Zona di accumulo o di riserva perenne di acqua dolce 

Si tratta delle aree interne e più profonde dei ghiacciai che si distinguono per l’insensibilità all’aumento delle temperature ad esempio d’estate. In pratica nella zona di accumulo l’acqua rimane sempre ghiacciata nonostante il caldo estivo. Queste zone di accumulo infatti rendono i ghiacciai perenni non solo ai Poli ma anche nei più grandi ghiacciai montani. 

Zona di ablazione o di scioglimento del ghiaccio 

Si tratta delle superfici dei ghiacciai che, essendo più esposte al calore o al gelo, si sciolgono e ghiacciano in base alle stagioni e alle temperature rendendo così i ghiacciai dei sistemi in movimento e in continuo mutamento da cui si possono staccare anche delle masse, come ad esempio i famosi iceberg. 

Negli ultimi decenni, i tanto discussi cambiamenti climatici che stanno sconvolgendo l’ambiente e la vita sulla Terra hanno causato anche il progressivo scioglimento dei ghiacciai. In particolare:

  • l’aumento delle temperature terrestri; 
  • le numerose ondate anomale di calore estremo;
  • il susseguirsi di estati sempre più lunghe nelle aree una volta temprate;

tutti insieme hanno determinato in meno di un secolo una sempre più veloce accelerazione del fenomeno, arrivando ad intaccare anche le zone di accumulo di alcuni ghiacciai. 

In particolare, si stima che negli ultimi decenni la quota di ghiacciai scomparsi sia aumentata del 130% e le torride estati del 2012 e del 2019 hanno accelerato notevolmente il fenomeno. Tutto ciò, secondo studi della NASA, ogni anno si tradurrebbe in 300 miliardi di tonnellate di ghiaccio perse al Polo Nord e 130 miliardi al Polo Sud. Lo confermano anche i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista Nature riferito alla calotta polare in Groenlandia.

Nello specifico, l’analisi di dati satellitari, con il confronto tra il prima e il dopo delle immagini della Groenlandia, ha evidenziato che negli ultimi dieci anni il disgelo della più grande calotta al Polo Nord è aumentato del 21%. Ma non solo, è sempre più preoccupante la velocità con cui il ghiaccio si scioglie non solo nell’Artico e nell’Antartico ma anche nei grandi ghiacciai presenti in vette sparse su tutto il Mondo.

Non a caso, lo scioglimento dei ghiacciai montani è un fenomeno sempre più evidente perché oltre a una progressiva riduzione delle loro dimensioni, ormai inizia ad aumentare il numero di vette prive di ghiaccio durante l’estate.

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Conseguenze dello scioglimento dei ghiacciai

I ghiacciai rappresentano una delle più grandi riserve di acqua dolce ma regolano anche il livello del mare e le caratteristiche degli oceani, in particolare le maree e il loro habitat. Tutto ciò determina le importanti conseguenze a cui si va incontro con il sempre più veloce aumento dello scioglimento dei ghiacciai.

1) Aumento del livello del mare

Lo scioglimento dei ghiacciai polari incide fortemente sul livello del mare. Gli studi sullo scioglimento dei ghiacciai della Groenlandia hanno sottolineato che tale fenomeno, sempre tra il 2011 e il 2020, ha causato l’innalzamento di 1 cm del livello del mare. Inoltre, si è sottolineato che se i ghiacciai della Groenlandia continuassero a sciogliersi a tale velocità nel 2100 si rischierebbe un innalzamento del livello del mare tra i 3 e 23 cm.

Le conseguenze più evidenti dell’aumento del livello del mare sono il ritiro delle spiagge ma anche le sempre più frequenti inondazioni che colpiscono alcuni Paesi a ridosso del mare. In una visione catastrofica estrema, si suppone che se si sciogliessero tutti i ghiacciai del mondo, il livello del mare aumenterebbe di massimo 70 cm con conseguenze però disastrose.

È vero che il mondo non sarebbe completamente ricoperto di acqua ma cambierebbe notevolmente la sua attuale conformazione con la sparizione di Islanda, Polinesia e Paesi del Nord ma anche di città come Londra o Venezia e Bologna in Italia, assieme all’intera Pianura Padana, per citare solo alcuni esempi. Da tutto ciò, deriverebbe anche un grande disastro ambientale con la potenziale sparizione della flora e della fauna delle aree immerse in nuovi oceani.

2) Perdita di una delle più grandi riserve di acqua dolce

I ghiacciai sono la più grande riserva di acqua dolce nel mondo. In particolare, i ghiacciai montani non solo alimentano le falde sotterranee ma rappresentano la fonte idrica delle specie animali che abitano le alte quote. Infatti, le conseguenze dello scioglimento dei ghiacciai montani sono già una realtà che testiamo ogni giorno. È ampiamente noto che le riserve idriche infatti stanno diminuendo con il progressivo aumento della temperatura e il ritiro di ghiacciai importanti, come quelli di Alpi e Appennini.

3) Cambiamenti climatici

Lo scioglimento dei ghiacciai è causato dai cambiamenti climatici ma a sua volta può alterare le maree e le strutture cicloniche e anticicloniche contribuendo a sua volta allo stravolgimento del clima. In particolare, l’immissione di acqua dolce e fredda può alterare il ciclo delle maree e le correnti, ad esempio si rischia che la Corrente del Golfo non tempri più le coste europee.

4) Cambiamenti agli habitat marini

Lo scioglimento dei ghiacciai determina l’immissione nell’ambiente marino di notevoli quantità di acqua dolce che altera nel tempo l’habitat per molte specie marine, contribuendo così alla loro estinzione.

5) Aumenta il rischio di nuove pandemie

Nei ghiacciai sono imprigionate specie virali, batteriche e fungine antiche e poco note. I ghiacciai infatti rappresentano per i virologi un mondo di microrganismi da scoprire e analizzare ma anche un potenziale accumulo di microrganismi non noti dannosi per l’uomo. Lo scioglimento dei ghiacciai, quindi, rappresenta anche un elevato rischio sanitario di nuove pandemie difficili da gestire. 

Come limitare lo scioglimento dei ghiacciai?

Si può iniziare a limitare tali conseguenze con azioni condivise per ridurre l’effetto serra, la causa dei cambiamenti climatici e quindi dello scioglimento dei ghiacciai. In particolare, si tratta di azioni che possono ridurre i gas serra, non solo la CO2, aiutando a limitare a 1,5°C l’aumento della temperatura globale, l’obiettivo condiviso dai rappresentanti delle nazioni partecipanti alla Cop26.

Oltre alle grandi azioni che coinvolgono l’industria e i trasporti su larga scala, ci sono delle attività che ognuno di noi può fare per portare il suo contributo:

  • Ridurre le emissioni di CO2 e di altri gas serra ottimizzando i consumi energetici attraverso la riduzione degli sprechi, ad esempio scegliendo elettrodomestici a basso consumo e le luci LED;
  • Orientarsi sempre più all’utilizzo di fonti rinnovabili di energia;
  • Incentivare la mobilità sostenibile tra la sempre maggior accessibilità a mezzi a basso impatto ambientale come le auto ibride o completamente elettriche o l’utilizzo di bici per gli spostamenti urbani;
  • Abbattere la CO2 dovuta ai trasporti prediligendo il chilometro zero nella scelta di prodotti, alimenti o servizi.

Si tratta di semplici gesti quotidiani che possono fare la differenza e che sono alla portata di tutti. Ma non sono i soli, un recente studio condotto dall’Università delle Hawaii ha evidenziato che riducendo il consumo di plastica si può fare molto per l’ambiente e il clima, contribuendo su più livelli anche a rallentare e limitare lo scioglimento dei ghiacciai. In particolare, sebbene la plastica sia ancora considerata una causa marginale dello scioglimento dei ghiacciai, lo studio dipinge un quadro del tutto nuovo che invita a ridurne il consumo e lo spreco il prima possibile.

È ormai noto che l’inquinamento da plastica, anche grazie alle isole di plastica, mina la sostenibilità di clima e ambiente ma sembrerebbe accelerare anche lo scioglimento dei ghiacciai. Nello specifico, dalla produzione al suo trasporto e smaltimento, la plastica contribuisce a tale fenomeno in varie fasi della sua “vita”:

  • L’elevata produzione industriale della plastica innanzitutto incide direttamente sulle emissioni di CO2 e quindi sull’effetto serra;
  • Il trasporto degli oggetti di plastica influenza indirettamente ma in modo considerevole i livelli di CO2. Basti pensare solo alle tonnellate di acqua in bottiglie di plastica che viaggiano in Italia, in Europa e nel mondo;
  • Secondo lo studio dell’Università delle Hawaii, l’inquinamento da plastica incide direttamente sull’effetto serra. In particolare, il polietilene, gli acrilici, i policarbonati e tutti gli altri tipi di plastica rilasciati nell’ambiente invecchiando si degradano e producono velocemente gas serra. Le plastiche incubate in acqua ci mettono 152 giorni, mentre per quelle invecchiate sulla terra e all’aria la velocità di emissione di gas serra aumenta fino a 76 volte. Sulla base di tali dati, le isole di plastica nel tempo potrebbero diventare nel tempo una fonte di gas serra incontrollabile se non si agisce nel breve tempo;
  • Le microplastiche rilasciate nell’acqua inoltre aumentano la produzione di metano ed etile ma non solo. Un recente studio dell’Università di Manibota in Canada ha evidenziato che le microplastiche  rilasciate negli oceani potrebbero alterare la formazione e la conformazione dei ghiacciai, favorendone lo scioglimento accelerato, oltre a inserirsi nella catena alimentare e nella biologia delle specie che vivono nell’Artico.

Sulla base di queste nuove evidenze, è chiaro che ognuno di noi riducendo il consumo di plastica può contribuire a ridurre l’effetto serra e i cambiamenti climatici agendo su più fronti, anche limitando lo scioglimento dei ghiacciai.

Abbiamo visto insieme le conseguenze dello scioglimento dei ghiacciai e come agire per limitarle. In particolare, possiamo dire che ottimizzando i consumi energetici e riducendo gli sprechi, scegliendo il Km 0, la mobilità sostenibile e la bicicletta ma anche preferendo l’acqua del rubinetto a quella in bottiglia di plastica, ognuno di noi può iniziare a fare la differenza!