Il piombo è un metallo duttile e malleabile, per secoli utilizzato nella produzione di colori, vernici, smalti, adesivi e cosmetici così come nei rivestimenti o nelle saldature di macchine industriali, per la fabbricazione dei proiettili, delle batterie, della benzina e addirittura delle mine per le matite.
A partire dagli anni ’60, però, sono state attuate diverse misure di riduzione o eliminazione del Piombo in tutti i “veicoli di potenziale contatto” con l’uomo in seguito alla comprovata evidenza della sua tossicità. Nello specifico sono state introdotte addirittura delle norme per regolare l’eliminazione del Piombo da vernici, benzina e molti materiali a contatto con gli alimenti e con l’acqua al fine di ridurre al minimo l’esposizione cronica a tale metallo.
Sebbene la maggior parte di tali misure di contenimento siano risultate efficaci, gli alimenti e l’acqua ad oggi rappresentano ancora una criticità quando si parla di tossicità del Piombo, in particolare nel lungo termine per esposizione cronica.
Per ovviare a tale problema, sono stati posti dei limiti di concentrazione del piombo nell’acqua e negli alimenti e si sono sviluppati programmi di contenimento del rischio che prevedono l’analisi continua della sua concentrazione nell’acqua, e anche negli alimenti, con i quali si prevedono nel tempo anche aggiustamenti dei livelli massimi previsti.
Limite del piombo nell’acqua e negli alimenti
Dal 26 dicembre 2013 è entrato in vigore il limite di 10 μg/l per la concentrazione del piombo nell’acqua potabile. Fino ad allora il limite era di 25 μg/l e con questa considerevole riduzione veniva finalmente attuato quanto previsto dal D.Lgs. 18/2023 che a sua volta recepiva le indicazioni dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e della Comunità Europea (CE).
Anche per gli alimenti, assieme all’acqua tra le potenziali cause di contaminazione da Piombo, sono stati stabiliti dei limiti che variano a seconda del tipo di cibo. In particolare per:
- latte e latticini, considerati tra gli alimenti più a rischio, il limite è molto basso, pari a 0,020 mg/Kg;
- per carne e frutta sale a 0,10 mg/Kg;
- per gli ortaggi varia da 0,10 a 0,30 mg/Kg a seconda del tipo, più stringente per cavolo, verdure a foglia verde e funghi e meno per le patate;
- per cereali, legumi e vino con un limite di 0,20 mg/Kg;
- infine per i prodotti ittici i limiti variano considerevolmente a seconda del tipo:
- per i pesci 0,30 mg/Kg,
- per i crostacei 0,50 mg/Kg
- per i molluschi si parla di un range da 1 a 1,5 mg/Kg poiché, a seconda del tipo o del luogo di raccolta, il rischio varia.
Ritornando al limite di 10 μg/l per l’acqua destinata al consumo umano, i 12 anni passati tra l’annuncio del decreto e la sua attuazione servivano per mettere a norma i vari impianti, un’opera di risanamento molto importante se si pensa che fin dai tempi dei Romani il piombo veniva utilizzato come rivestimento delle tubature degli acquedotti.
Inoltre un decennio, gli acquedotti sono stati messi a norma e oggi la maggior parte dell’acqua potabile al punto di distribuzione presenta una concentrazione di 5 μg/l di piombo o poco più, in linea con le più recenti indicazioni dell’OMS. Infatti, l'OMS ha raccomandato l'attuale valore di parametro, ma ha anche sottolineato che le concentrazioni di piombo dovrebbero essere mantenute al livello più basso ragionevolmente possibile.
Nello specifico, per l’OMS l'attuale valore di 10 µg/l andrebbe mantenuto per 15 anni a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente direttiva, ma, al più tardi alla fine di tale periodo transitorio, l’obiettivo sarebbe di abbassarlo ulteriormente a 5 µg/l.
A livello pubblico, il piombo sembrerebbe una criticità relativa perché da anni si seguono diversi programmi per controllare i suoi livelli e intervenire repentinamente in caso di rotture degli impianti o delle tubature, le principali cause di eventuali impennate della sua concentrazione. Rimane però il problema degli impianti domestici, in particolare nelle case dei centri storici o in quelle più datate che ancora oggi sono dotate di tubature rivestire di piombo. Ma come si può arginare il problema?
Analisi del piombo nell’acqua
Che si tratti di acqua o di cibi, il principale rischio è la contaminazione a lungo termine per esposizione cronica che può portare a rischi per la salute soprattutto a livello neurologico e cardiovascolare. Neonati, bambini e adolescenti sono tra i soggetti più a rischio di tossicità da Piombo che può portare ad alterazioni dello sviluppo neurologico e riduzione del QI (Quoziente intellettivo).
Anche negli adulti sono stati riscontrati problemi a livello neurologico e di conduzione nervosa ma anche cardiovascolare come alterazioni della pressione. Nei 12 anni prima dell’entrata in vigore del valore limite del piombo, negli acquedotti e nelle utenze pubbliche, si sono in primis sostituite le tubazioni eliminando la principale causa di “contaminazione” dell’acqua da piombo.
Poi si sono sviluppati dei piani di controllo continuo dei suoi livelli. Nello specifico, per monitorare i livelli del piombo negli impianti pubblici e negli acquedotti, l’analisi continua della sua concentrazione nell’acqua potabile è il principale mezzo sia per controllare che i suoi valori siano entro i 10 μg/l che per intercettare subito eventuali problemi e risolverli subito. Nella bolletta del Gruppo CAP è disponibile l’etichetta dell’acqua fornita dove si può costantemente verificare il suo valore del piombo.
Come gestire il rischio del piombo nell’acqua di casa
Ad oggi, però, gli impianti domestici possono rappresentare un rischio quando si parla di valori limite del piombo, soprattutto se sono datati o poco usati. In tal senso, le Autorità competenti possono anche prevedere e attuare controlli, anche a campione, sull’acqua che scorre dai rubinetti dei privati ma è una possibilità non sempre facile da attuare, soprattutto quando si pensa ai centri storici delle grandi come delle piccole città, dove il pericolo potrebbe essere ovunque.
Si consiglia quindi di far spesso analizzare l’acqua che scorre dal proprio rubinetto, consiglio che vale in realtà per tutti per prevenire eventuali contaminazioni non note potenzialmente presenti anche nelle case più recenti. Il Gruppo CAP rende disponibile ai privati un servizio di analisi dell’acqua domestica che prevede anche il controllo della concentrazione di piombo, oltre ad arsenico, cromo e altri metalli pesanti.
Oltre all’analisi dell’acqua, sostituire le vecchie tubature è un’altra azione spesso consigliata, anzi è considerata la raccomandazione definitiva per arginare il pericolo. Se non fosse possibile per vari motivi, ci sono delle raccomandazioni temporanee da seguire per arginare il problema:
- Se l’acqua non scorre dal rubinetto da oltre 4 ore è necessario farla fluire per un pò prima di un eventuale utilizzo. La stagnazione dell’acqua infatti aumenta il tempo del suo contatto con il piombo e ne può aumentare i livelli. Ad esempio, al mattino quando ci si sveglia o al pomeriggio dopo una giornata di lavoro è importante far scorrere l’acqua per un pò aiuta a ridurre i livelli di piombo, in particolare entro i 10 μg/l;
- Evitare di preparare o cuocere alimenti o bevande con acqua prelevata calda dal rubinetto dell’abitazione poiché le temperature elevate favoriscono la corrosione delle tubature e quindi la liberazione di piombo nell’acqua;
- Pulire sempre e cambiare spesso le retine rompigetto o eventuali filtri applicati ai rubinetti per evitare il deposito di eventuali residui di materiali contenenti piombo.
Riassumendo, abbiamo visto che il piombo nell’acqua è:
- un limite che vale 10 μg/l per preservare la salute di tutti e dei bambini in particolare;
- richiede analisi continue per monitorarne la concentrazione;
- in caso di impianti datati, necessita di un cambio di impianto definitivo o di raccomandazioni temporanee quando le tubature non si possono sostituire.
Tre punti da focalizzare per non sottovalutare mai il rischio che il piombo può rappresentare per tutti noi!