L’intossicazione da acqua è possibile ma è comunque  limitata a situazioni particolari. Nello specifico una persona potrebbe essere vittima di iperidratazione o iponatriemia, condizione rara nei soggetti normali e  associata più spesso ad alcune patologie a carico di reni, cuore o polmoni, come conseguenza di un disequilibrio tra entrate e uscite di liquidi. Questo determina alterazioni dell’equilibrio elettrolitico organico, in particolare a carico del sodio L’equilibrio idrico infatti, è essenziale per la salute dell’organismo umano e una sua alterazione benchè  minima può  portare a conseguenze anche gravi. In ogni caso, nonostante si possa affermare che l’intossicazione da acqua sia poco frequente, è utile sapere quando può capitare  e anche riconoscere i sintomi per coinvolgere il prima possibile il proprio medico ed evitare complicazioni. Vediamo quindi insieme quando l’acqua può far male!  

Iperidratazione o intossicazione da acqua o iponatriemia: quando bere (troppo) fa male

Bere acqua è essenziale e rappresenta un’abitudine sana per tutti, bambini, adulti e anziani. Esagerare però fa sempre male anche quando si tratta di acqua. Bere troppa acqua infatti può causare iperidratazione, una condizione che possiamo definire come intossicazione da acqua. In pratica, i reni non riescono a eliminare i liquidi in eccesso e si determina iponatriemia, un’alterazione dell’equilibrio idrico ed elettrolitico che porta a una diminuzione dei livelli ematici di sodio, arrivando a determinare anche conseguenze gravi per la salute. L’intossicazione da acqua e l’iponatriemia sono molto rare nel soggetto sano, occasionalmente si sviluppano nello sportivo quando esagera con l’assunzione di liquidi per compensare le perdite dovute a una ’intensa attività fisica. Nello specifico, durante l’intensa attività fisica si perde molto sodio sudando e, quindi, bere troppa acqua diluisce ulteriormente la concentrazione  di sodio nel sangue. Il rischio di iponatriemia è maggiore in caso di attività fisica intensa e a lunga durata come ad esempio la maratona o il triathlon.   In aggiunta, gli anziani e le persone che soffrono di alcune problematiche possono risultare a elevato rischio di iponatriemia perché esposti  a fattori che favoriscono i tale disequilibrio elettrolitico, come:
  • Assunzione di alcuni farmaci 
Ad esempio i diuretici, gli antidepressivi o alcune tipologie di antidolorifici interferiscono con le fisiologiche funzioni ormonali e renali che mantengono normali livelli di sodio ematico. Anche il consumo della droga Ecstasy è stata associata a iponatriemia.
  • Insufficienza cardiaca congestizia e malattie a carico di reni o fegato 
Le persone che soffrono di alcune problematiche a carico di cuore, reni e fegato presentano un accumulo di liquidi corporei che arriva a diluire il sodio ematico. In tali situazioni l’assunzione di liquidi potrebbe essere già monitorata Sindrome da ormone antidiuretico inappropriato (SIADH).  Le persone che soffrono di SIADH producono elevati livelli dell'ormone antidiuretico (ADH) e tendono così a trattenere l'acqua invece di eliminarla in modo normale con le urine.
  • Vomito o diarrea cronici e gravi e altre cause di disidratazione. 
Tali condizioni favoriscono la perdita di Sodio e altri elettroliti con un aumento dei livelli di ADH che a sua volta porta a trattenere più liquidi. 
  • Morbo di Addison, problematiche della tiroide e altre malattie caratterizzate da cambiamenti ormonali. 
Il morbo di Addison è caratterizzato da un’insufficienza delle ghiandole surrenali. Tali ghiandole producono ormoni essenziali per mantenere l’equilibrio elettrolitico organico, in particolare nel mantenere normali i livelli organici di sodio, potassio e acqua. Quindi una loro insufficienza determina proprio una diminuzione della produzione di tali ormoni. Anche bassi livelli di ormoni tiroidei possono diminuire la concentrazione ematica di sodio e favorire l’iponatriemia.    Adesso sorge spontanea un’altra domanda: “Come capire se bevo troppa acqua?” Vediamolo insieme!  

Come si riconosce l’intossicazione da acqua o iponatriemia?

Uno dei segnali per capire se si sta bevendo troppo è il colore delle urine: se sono trasparenti ci può essere il rischio di intossicazione da acqua e iponatriemia. L’iponatriemia è una condizione caratterizzata da bassi livelli di sodio nel sangue ed è la conseguenza di disfunzioni dei reni quando sovraccaricati. Nello specifico quando si beve troppa acqua o si assumono eccessive quantità di liquidi durante l’attività fisica intensa, quando si soffre delle problematiche appena viste o si assumono alcuni farmaci, i reni lavorano male arrivando a eliminare elevate quantità di Sodio. In generale, il regolare livello di Sodio nel sangue è compreso in un range tra 135 e 145 milliequivalenti per litro (mEq / L). In caso di intossicazione da acqua con iponatriemia la concentrazione di Sodio ematico scende al di sotto di 135 mEq / L   Ma perché bere troppo fa male?  In seguito alla diminuzione del Sodio nel sangue si verifica un aumento dell’acqua intracellulare quindi del volume delle cellule. In pratica, l’acqua organica tende a passare dove la concentrazione di Sodio è maggiore e, in caso di iponatriemia, risulta superiore proprio all’interno della cellula. Non a caso, un altro segno che in chi beve troppo può far sospettare l’intossicazione da acqua, è lo sviluppo di edema o gonfiore degli arti. Questi segnali deboli però possono peggiorare e, in tal caso, si manifestano i sintomi tipici dell’iponatriemia:
  • Nausea e vomito
  • Mal di testa
  • Confusione
  • Perdita di energia, sonnolenza e stanchezza
  • Irrequietezza e irritabilità
  • Debolezza muscolare, spasmi o crampi
  • Convulsioni
  • Coma
Questi sintomi si sviluppano lentamente (entro 48 ore) e con complicanze moderate in caso di iponatriemia cronica, situazione in cui i livelli di Sodio diminuiscono gradualmente. Quando invece si tratta di intossicazione acuta, il Sodio ematico cala così velocemente da favorire effetti molto gravi, tra cui il rischio maggiore è gonfiore o edema cerebrale che può portare a coma e, nei casi più gravi, anche alla morte. Quindi, in caso di sospetta intossicazione da acqua è essenziale rivolgersi subito al medico o recarsi al pronto soccorso, ancor più quando il problema riguarda persone fragili. L’esame del sangue e l’anamnesi sono fondamentali per la diagnosi e la cura adatta. Nei casi lievi potrebbe bastare anche solo ridurre l’assunzione di acqua mentre nei più gravi in generale è essenziale la somministrazione per via endovenosa di soluzioni elettrolitiche in associazione a una terapia farmacologia adattata al caso.  

Quanto bere per evitare l’intossicazione da acqua

Molte persone adesso si chiederanno “Quanta acqua si può bere al massimo?” così come “Quanta acqua bere per non affaticare i reni?”.  In generale, una persona sana e normopeso dovrebbe bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno se moderatamente attiva. Esiste tuttavia anche un limite a quanto bisogna bere al giorno: 3-5 litri al massimo se svolge una regolare attività fisica da moderata  e  intensa. Bere acqua potrebbe far male se si superano i 20 litri al giorno o i 2 litri all’ora in modo continuativo. Oltre alla quantità di acqua bevuta, bisogna infatti considerare anche la frequenza nel tempo. In particolare, per capire come bere acqua in abbondanza senza conseguenze per la salute, è importante sapere che se una persona assume molti liquidi in una giornata particolarmente afosa, in cui suda parecchio perché svolge un’attività fisica intensa, in generale non rischia l’iperidratazione. L’organismo e i reni sono in grado di eliminare i liquidi assunti in eccesso in una situazione di criticità temporanea al fine di mantenere l’equilibrio idrico. In ogni caso, è difficile arrivare a bere più di 15 litri al giorno! Nel caso in cui invece una persona beve troppo per periodi prolungati, il rischio di iponatriemia aumenta considerevolmente. Quindi si può bere di più in condizioni di estrema sete e comunque evitando di arrivare a 15-20 litri al giorno. Bisogna poi evitare di assumere troppa acqua come abitudine perché i reni se troppo sovraccaricati ad un certo punto non sarebbero più in grado di eliminare l’acqua in eccesso. In caso di attività fisica intensa, sebbene sport e acqua vadano sempre insieme, è essenziale reintegrare i liquidi persi senza eccedere oltre e lo stimolo della sete è un' utile guida. Il meccanismo della sete, infatti, comunica all'organsmo quando è necessario assumere più acqua e l'assenza di questo stimolo indica, in individui sani, che il corpo è ben idratato. In aggiunta, il medico può consigliare bevande sportive a base di elettroliti indicate per l’attività fisica intensa e utili per evitare anche di bere troppo. Naturalmente le persone con problemi a carico di cuore, reni e fegato o altro come indicato, dovranno seguire i consigli del proprio medico per quanto riguarda l’assunzione giornaliera di acqua.    Infine, ricordiamo che è essenziale anche bere acqua di qualità, ovvero accertarsi della potabilità dell'acqua. Con il termine “intossicazione da acqua” ci si può riferire anche all’avvelenamento da acqua contaminata e/o non potabile. In genere ci riferiamo a intossicazioni da acqua contaminata da batteri o altri microrganismi e a situazioni particolari, legate spesso a comportamenti superficiali o inopportuni, come bere da un ruscello senza accertarsi che l’acqua sia potabile, o a condizioni estremamente critiche, ovvero una contaminazione anomala e non prevedibile dell’acqua che la rende non potabile. Inoltre, anche l’acqua in bottiglia può essere causa di intossicazione se mal conservata o gestita. L’intossicazione da acqua dovuta a questi microrganismi presenta sintomi legati al tipo di batterio ma, in genere, sono presenti vomito e/o diarrea, debolezza e anche febbre spesso improvvisi. In tali situazioni, è essenziali rivolgersi al medico o al pronto soccorso per intervenire al più presto con la cura adatta, ma non solo. Verranno attivate anche le procedure per coinvolgere le Autorità competenti per intervenire sulla contaminazione dell’acqua. Ad oggi, con l’adozione di sistemi di controllo ad alta efficienza da parte di tutti i gestori dell’acquedotto, l’intossicazione da acqua del rubinetto rappresenta un evento rarissimo. L’adozione poi di metodi come il Water Safety Control seguito da Gruppo CAP riduce il rischio al minimo perché si basa proprio sulla previsione e sul monitoraggio anche del rischio microbiologico. Quindi, per evitare l’intossicazione da acqua contaminata è bene evitare di bere da fonti non sicure, come ruscelli o fontanelle quando si passeggia in montagna!   L'acqua è vitale per la tua salute ma non bisogna mai esagerare: anche bere troppo fa male e rappresenta una delle cause di iponatriemia. Quindi, se non hai sete e la tua urina è di colore giallo pallido, non sovraccaricarti stai bevendo la quantità di acqua di cui hai bisogno!