L’Italia può contare su un patrimonio idrico di grande valore. Non a caso in Europa è uno dei paesi più ricchi in termini di risorse idriche. Agli Italiani, quindi, sembrerebbe non mancare l’ormai famoso “oro blu”, un condizionale non utilizzato a caso se ci focalizziamo sulla triste realtà che grava sul futuro delle riserve di acqua potabile in tutto il mondo e anche in Italia.
Oggi, infatti, il problema dell’acqua sta iniziando a interessare anche il Bel Paese, soprattutto a causa dei cambiamenti climatici che rendono le ultime estati sempre più torride. Ma non solo, in Italia da sempre si registrano divari importanti tra Nord, Centro, Sud e Isole sia in termini di risorse idriche che di sprechi e/o perdite di acqua. Vediamo quindi insieme come si presenta oggi il problema dell’acqua in Italia e quali sono le cause della crisi idrica che la riguarda!
Acqua in Italia: una risorsa preziosa abbondante per pochi
Parlando di “oro blu”, l’Italia è tra i Paesi più ricchi in Europa avendo a disposizione più di 55 miliardi di metri cubi di acqua utilizzabili, di cui:
- una copiosa quota del 72% è distribuita tra fiumi, laghi e sorgenti superficiali
- il restante 28% proviene dal sottosuolo, in particolare dalle falde non profonde
Inoltre, è stato evidenziato che solo il 14% delle risorse idriche italiane viene utilizzato per uso potabile mentre la quota maggiore, pari a più del 65% è prelevata per usi irrigui in agricoltura o negli allevamenti e quel che resta è destinato a uso industriale, artigianale e pubblico. Le risorse idriche italiane, inoltre, sono da sempre caratterizzate da un grande divario in termine di distribuzione lungo lo stivale, secondo i seguenti valori percentuali:
- 53% Nord
- 19% Centro
- 21% Sud
- 7% Isole
Il Nord infatti può contare su un accesso continuo a uno dei beni più preziosi al mondo, l’acqua, mentre invece il Sud d’Italia e le Isole combattono da sempre con il problema del razionamento periodico a causa della carenza di riserve idriche.
Ad esempio, città come Cosenza, Catanzaro, Trapani, Palermo, Enna e Sassari convivono con situazioni talmente critiche da prevedere un razionamento dell’acqua tutti i giorni dell’anno in alcune zone o, addirittura, in tutto il territorio comunale. Negli ultimi anni, poi, a causa dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento, il problema dell’acqua nel mondo riguarda tutti a livello globale.
Sempre più persone, infatti, vivono situazioni di stress idrico non avendo a disposizione l’acqua di cui hanno bisogno per vivere. Nel 2009 il Water Resources Group stimò un deficit idrico mondiale del 40% entro il 2030 e, dopo più di un decennio, la situazione non è migliorata, anzi! Anche in Italia, il deficit idrico inizia a essere percepito in tutta la penisola come un problema da affrontare.
Infatti, negli ultimi decenni, si è osservato che non solo lo stress idrico in alcune zone del Sud e delle Isole sembra aggravarsi ma anche il Nord inizia a temere l’abbassamento dei livelli delle riserve idriche e, d’estate, il rischio di dover convivere con il razionamento dell’acqua in alcune ore della giornata è ormai una realtà. Il problema dell’acqua in Italia però presenta varie sfaccettature che non si limitano solo al clima ma anche ad altri aspetti che riguardano la gestione di questo bene nel privato come nel pubblico. Vediamole insieme!
Perdite idriche e non solo: il problema dell’acqua in Italia
Il problema dell’acqua in Italia non è una novità. Negli ultimi anni, con l’aumento della scarsità di riserve idriche in tutto il mondo, è solo mutato facendo emergere nuove criticità e aggravando situazioni di stress idrico già preoccupanti, ad esempio quelle delle regioni del Sud e delle Isole di cui abbiamo già parlato.
In particolare, tra le principali cause della crisi idrica giocano un ruolo importante le perdite idriche degli impianti e gli sprechi dell’uomo associati, rispettivamente, a una gestione e a un consumo poco sostenibile di una risorsa così importante.
Nello specifico, questi fattori critici negli anni sono stati affiancati dai cambiamenti climatici che hanno colpito l’Italia come il resto del mondo. Tutti insieme, oggi, rappresentano diverse sfaccettature di un problema che a breve termine potrebbe trasformarsi in carenza idrica per un Paese che da sempre viveva nell’abbondanza, quasi galleggiando nel famoso “oro blu”.
Lo evidenziano anche gli ultimi dati pubblicati dall’ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) sull’acqua in Italia, in cui emerge il peso reale di queste 3 cause cause della crisi idrica attraverso numeri e percentuali.
- Perdite idriche in Italia: da sempre una criticità
Le perdite della rete idrica in Italia sono da sempre un problema. In particolare, si è evidenziato che nel 2018 sono andati dispersi, in generale, circa 44 metri cubi di acqua al giorno per Km di rete, un valore che raggiunge addirittura i 100 metri cubi in nove comuni, 2 al Centro e 7 al Sud. In particolare, tali valori evidenziano che in media il 37,3% dell’acqua immessa in rete è andata dispersa, con valori che raggiungono il 45% nei nove comuni appena citati. Si tratta di percentuali importanti, soprattutto se si pensa che si tratta di valori in diminuzione rispetto agli anni precedenti. La dispersione idrica, infatti, è un problema che da sempre affligge la rete idrica italiana e le cause sono ben note:
- impianti troppo vecchi;
- frequenti rotture in alcune zone;
- problemi amministrativi associati a errori di misura dei contatori e agli allacci abusivi.
Fortunatamente, i dati evidenziano un miglioramento della situazione collegato principalmente all’aumento degli interventi di ristrutturazione e riparazione delle reti idriche. Inoltre, l’acquisizione di metodi di gestione che permettono di controllare e/o, addirittura, prevenire danni o rotture degli impianti hanno contribuito notevolmente a ridurre le dispersioni di acqua.
- Spreco dell’acqua: l’Italia tra i primi in Europa
È ormai noto che l’Italia occupa il podio in Europa per spreco di acqua dovuto al consumo individuale. Gli ultimi dati ISTAT hanno rivelato ben 419 litri al giorno per abitante con un trend in diminuzione. Il problema è che gli Italiani sono scesi dal primo al secondo posto tra i più spreconi in Europa quando si tratta di consumo di acqua.
Per intenderci, nel 2018 sono stati prelevati ben 9,2 miliardi di metri cubi d’acqua per uso potabile che corrispondono a un prelievo giornaliero di 25 milioni di metri cubi d’acqua utilizzata a livello domestico, pubblico, commerciale e produttivo.
In particolare, la Lombardia, con il 15,4% del totale nazionale, è la regione dove si preleva il maggior volume di acqua per uso potabile accanto al Lazio con il 12,5% e alla Campania con il 10,1%. Tali dati però evidenziano il grande peso dello spreco dell’acqua in Italia, soprattutto se si pensa che gli Italiani sono grandi consumatori di acqua in bottiglia.
In pratica, l’acqua prelevata in abbondanza viene sprecata principalmente per i consueti usi domestici e, a fronte di un rischio idrico crescente, diventa quindi fondamentale iniziare ad acquisire nuove abitudini di consumo dell’acqua volte a ridurre gli sprechi in ottica di sostenibilità e di salvaguardia delle risorse idriche, un bene a rischio di carenza.
- Il peso dei cambiamenti climatici sulle riserve idriche in Italia
I cambiamenti climatici rappresentano uno dei principali problemi associati alla crescente scarsità di acqua nel mondo e anche in Italia. In particolare, negli ultimi anni in Italia si sono registrati sia una diminuzione delle precipitazioni di acqua che estati sempre più torride e a rischio siccità non solo nel Sud. Basti pensare al 2017, l’anno meno piovoso dal 1971 con un’anomalia negativa pari a -190,4 mm di pioggia.
La diminuzione delle precipitazioni si traduce in una riduzione delle riserve idriche che si osserva, ad esempio, in una diminuzione dell’acqua che defluisce nei fiumi. In particolare, dal 2001 al 2019 si è registrata una riduzione dei volumi di acqua defluiti a mare dei principali fiumi italiani pari al 15% per il Tevere e a oltre l’11% per il Po.
Concludendo, si è evidenziato che il problema dell’acqua in Italia è un rischio sempre più tangibile che deve essere gestito in ottica di sostenibilità e riduzione degli sprechi per limitare ed evitare la crisi idrica governata principalmente dai cambiamenti climatici. I dati evidenziano che sono necessari interventi non solo a livello di gestione, manutenzione e miglioramento della rete idrica ma anche a livello di abitudini personali. Sebbene il problema dell’acqua sembri enorme e al di fuori della portata del singolo, ricordiamoci che ognuno di noi può fare la sua parte anche solo riducendo gli sprechi di un bene sempre più prezioso, il nostro “oro blu”.