Lo spreco dell’acqua rappresenta un problema grave. A causa di questo fenomeno, è necessario aumentare la sensibilità di privati, imprese e istituzioni sull’importanza dell’acqua e sulla promozione di un uso sostenibile di questa risorsa. D’altronde, questa tematica fa parte di 2 dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU, dove si stabilisce la priorità della disponibilità e della conservazione dell’acqua.

In particolare, il goal 6 “Acqua pulita e igiene” si pone come obiettivo quello di garantire acqua potabile e pulita a livello mondiale, mentre il goal 14 “La vita sott’acqua” di conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile. Nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni, infatti, c’è ancora molto da fare per ridurre gli sprechi dell’acqua, a partire da una maggiore consapevolezza sul valore sociale, economico e ambientale del risparmio idrico.

È necessario tutelare questo bene prezioso e renderlo accessibile a tutta la popolazione globale e alle prossime generazioni, attraverso un impegno concreto e l’adozione di comportamenti più virtuosi nella gestione delle risorse idriche. 

Vediamo qual è la situazione in Italia e nel mondo, quali risultati sono stati ottenuti fino a questo momento e il contributo che ognuno di noi può fornire per non sprecare acqua e utilizzarla in modo razionale e sostenibile.

Lo spreco d’acqua nel mondo

Gli sprechi dell’acqua nel mondo interessano tutti i paesi, soprattutto quelli più industrializzati e ricchi o che dispongono di maggiori riserve idriche. Secondo la US EPA, l’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente, negli Stati Uniti una famiglia media americana può sprecare fino a 9.400 litri d’acqua all’anno a causa delle perdite domestiche, per un totale che equivale al fabbisogno idrico di circa 11 milioni di case, ovvero quasi 900 milioni di metri cubi all’anno a livello nazionale (Statistics and Facts). 

Ma lo spreco dell’acqua a livello mondiale non si verifica soltanto negli Stati Uniti. Secondo il Ministero dell’Integrazione e dello Sviluppo Regionale del Brasile, nel paese sudamericano viene sprecato il 40% dell’acqua potabile immessa nella rete: un valore in crescita rispetto al 2017 (Brasil chega aos 40% de perdas de água potável). 

Per quanto riguarda l’Europa, le previsioni prefigurano un futuro potenzialmente critico a causa di un possibile aumento della domanda: la richiesta di acqua potabile, infatti, potrebbe crescere fino al 55% nei prossimi 30 anni e costringere 240 milioni di persone a vivere senza un adeguato accesso a questa risorsa entro il 2050 (Caldo e siccità: come l'Europa prova a difendere la sua acqua).  

In base ai dati del sito Worldometers (https://www.worldometers.info/water/), tra le nazioni che usano più acqua ci sono l’India con 761 miliardi di metri cubi all’anno, la Cina con oltre 598 di miliardi di metri cubi e gli USA con più di 444 miliardi di metri cubi. A livello individuale, invece, mentre negli Stati Uniti si rileva un consumo pro capite di 3.794 litri al giorno, nella Repubblica Democratica del Congo il consumo scende ad appena 34 litri al giorno a persona: un dato che attesta le profonde differenze nell’accessibilità all’acqua presenti nei diversi paesi. 

Lo spreco di acqua nel mondo non è riconducibile solo all’ambito domestico, ma anche ad altre applicazioni, considerando che, secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (EOCD), il 70% dell’acqua viene utilizzata in agricoltura, il 20% nelle industrie e soltanto il 10% nelle abitazioni (Managing water sustainably is key to the future of food and agriculture). Per il World Resources Institute, ogni anno vengono buttate nel mondo 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, con uno spreco di 170 miliardi litri d’acqua, pari al 24% di tutte le risorse idriche usate per l’agricoltura (Reducing Food Loss and Waste).

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Lo spreco d’acqua in Italia

Se lo spreco d’acqua nel mondo rappresenta una questione seria in tutti gli Stati con economie più sviluppate, anche nel nostro Paese le risorse idriche non vengono utilizzate in modo efficiente. A monitorare la situazione sullo spreco dell’acqua in Italia è l’Istat, che fornisce periodicamente i dati sul monitoraggio della gestione di questa preziosa risorsa. 

Nel dettaglio, c’è stato un leggero miglioramento per quanto riguarda lo spreco d’acqua immessa in rete a causa delle dispersioni idriche dalle reti di adduzione e distribuzione, pari a 0,9 miliardi di metri cubi all’anno e sceso dal 37,3% del 2018 al 36,2% del 2020

A livello regionale, i valori più elevati delle perdite della rete si registrano al Sud Italia, con il primato della Basilicata con il 62,1% di dispersioni idriche, seguita dall’Abruzzo con il 59,8% e dalla Sicilia con 52,5%. 

Al contrario, nelle regioni del Nord non solo si rileva il minore spreco di acqua in Italia, con la Valle D’Aosta che arriva solo al 22% e la Lombardia che rimane al di sotto del 30%, ma anche una soddisfazione più elevata dei consumatori nei confronti del servizio idrico e della qualità dell’acqua potabile. 

Il problema dello spreco d’acqua in Italia è strutturale, considerando che il 60% degli acquedotti ha oltre 30 anni e il 25% più di mezzo secolo, ma deriva anche dalla scarsa manutenzione della rete. Questa situazione causa la perdita di 41 metri cubi al giorno di acqua potabile adatta al consumo umano per ogni Km di rete nelle città metropolitane e nei capoluoghi di provincia (ReportAcqua 2022). 

Servono quindi investimenti ingenti per ammodernare la rete idrica e utilizzare in modo più efficiente questa risorsa preziosa, soprattutto tenendo conto che il cambiamento climatico sta causando un forte stress delle riserve idriche, mettendo a rischio l’approvvigionamento d’acqua in molte zone d’Italia. 

Rispetto al triennio 2015-2018, nel periodo successivo del 2019-2021 si è ridotto anche il prelievo di acqua potabile immesso nella rete idrica, passato da 9,5 a 2,4 miliardi di metri cubi l’anno, con una diminuzione da 428 a 370 litri per abitante al giorno immessi nel sistema idrico nazionale.

Questo dato però non evidenzia una minore quantità di acqua sprecata in Italia, ma un consumo sempre più elevato di acqua minerale in bottiglia. Secondo l’Istat, infatti, il 66,7% delle famiglie consumano almeno un litro di acqua minerale al giorno (anno 2021).

Bere assiduamente acqua in bottiglia non solo comporta un eccessivo sfruttamento di riserve idriche strategiche e un costo ingente per le famiglie, ma causa anche un grave danno ambientale legato alle attività di estrazione, al trasporto e alla produzione e smaltimento delle bottiglie di plastica. 

Secondo un’indagine di Greenpeace, in Italia consumiamo ogni anno circa 11 miliardi di bottiglie PET, delle quali circa 7 miliardi – il 60% del totale – non vengono riciclate, mettendo in serio pericolo la salute dell’ambiente e dei mari (L’insostenibile peso delle bottiglie di plastica). 

Come non sprecare l’acqua? 

Per tutelare questo bene prezioso e sempre più scarso è importante utilizzare l’acqua in modo più razionale e parsimonioso, seguendo alcuni consigli per risparmiare acqua senza compromettere il comfort domestico:

  • Mantenere chiuso il rubinetto quando non serve l’acqua, per esempio mentre ci si insapona o si spazzolano i denti;
  • Utilizzare i programmi ECO di elettrodomestici come la lavatrice e la        lavastoviglie;
  • Preferire una doccia veloce di 3-5 minuti rispetto al bagno in vasca;
  • Lavare frutta e verdura in una bacinella invece di usare l’acqua corrente;
  • Installare rubinetti rompigetto a basso consumo idrico;
  • Riparare subito eventuali perdite, gocciolamenti e trasudi.

Ovviamente, la sostenibilità ambientale passa anche per l’uso dell’acqua potabile di rubinetto al posto dell’acqua minerale in bottiglia, considerando che nella maggior parte delle zone d’Italia l’acqua di rubinetto ha una qualità eccellente e viene costantemente sottoposta a numerosi e approfonditi controlli. Si tratta di una scelta ecologica, che contribuisce a ridurre l’inquinamento e valorizzare il ruolo sociale del servizio idrico.