Come verificare se l’acqua è dura in modo semplice
La durezza dell’acqua rappresenta un indice del suo contenuto di Calcio e Magnesio in forma di sali. A livello pratico è proporzionale alla sua capacità di reagire con il sapone o di formare precipitati di calcare quando scaldata. La durezza dell’acqua può infatti essere valutata in modo molto semplice:- osservando la quantità di sapone necessaria per produrre schiuma: maggiore è il detersivo o il bagnoschiuma utilizzato per formare le bollicine di schiuma maggiore è la sua durezza;
- scaldando l’acqua in una pentola posso verificare in modo veloce se si formano residui di calcare incrostanti
- nella bolletta fornita da Gruppo CAP è disponibile l’etichetta dell’acqua del rubinetto dove è esplicitato il valore della sua durezza;
- sul sito www.gruppocap.it a questo link inserendo il proprio indizzo;
- attraverso l’app Acca2O (scaricabile gratuitamente);
- se si vuole conoscere la durezza dell’acqua del proprio pozzo, è disponibile il laboratorio di analisi di Gruppo CAP per valutare le sue caratteristiche tra cui anche la durezza;
- sono disponibili in commercio diversi kit per l’analisi della durezza dell’acqua.
Acqua dura: perché sarebbe un problema da addolcire?
La durezza dell’acqua è misurata in gradi Francesi (°F) e, secondo il Decreto Legislativo 31/2001, la durezza dell’acqua potabile è compresa in un range di 15-50° F, equivalente a una concentrazione di Calcio carbonato, il principale costituente del calcare, di 150-500 mg/L dato che 1° F corrisponde a 10 mg/L di carbonato di calcio (CaCO3). In particolare poi, in base al contenuto di CaCO3 l’acqua potabile viene a sua volta classificata come:-
- Acqua dolce CaCO3 < 100 mg/L
- Acqua moderatamente dura 100 mg/L < CaCO3 < 200 mg/L
- Acqua dura > 200 mg/L

Sistemi per addolcire l’acqua dura
I principali sistemi per addolcire l’acqua possono essere riassunti in 3 tipi - Addolcitori a scambio ionico a base di resine Questi sistemi per addolcire l’acqua dura a livello pratico permettono di ridurre i sali di Calcio e Magnesio insolubili e quindi formanti calcari scambiandoli con sali di Sodio solubili. Utilizzano infatti delle resine in abbinata a sale, in particolare Sodio cloruro, che permettono la formazione di composti solubili evitando così la formazione di calcare. Aumenta però la presenza di Sodio nell’acqua e soprattutto le resine e il sale si consumano e vanno continuamente integrati. Il problema di questi addolcitori è che se non correttamente integrati e mantenuti si rischia la formazione di muffe e batteri, particolare da non sottovalutare quando si ricorre al “fai da te”. L’utilizzo di tali sistemi per addolcire l’acqua dura a monte della rete idrica domestica ha un limite: aumentano un pò la concentrazione di Sodio ma quel piccolo sale in più non fa bene a tutti. Inoltre, abbiamo visto che bere acqua resa povera di Calcio e Magnesio non è per niente un toccasana. - Addolcitori a campo magnetico Questi sistemi addolciscono l’acqua dura liberandola dai sali di Calcio senza il Sodio, ovvero sfruttando un campo magnetico che trasformando il Carbonato di Calcio da una forma “irregolare” (calcite) che tende ad accumularsi formando calcare in quella cristallizzata (aragonite), ovvero “ordinata” in cristalli che non precipitano nei tubi e che vengono convogliati in un sistema di filtraggio che li esclude dagli elettrodomestici. Questi addolcitori non aumenterebbero la concentrazione di Sodio nell’acqua e se adeguatamente tarati riducono al necessario l’eliminazione del Calcio. In pratica, si garantirebbe il mantenimento delle proprietà dell’acqua potabile in sicurezza. - Addolcitori a base di polifosfati
Proteggere la rete domestica e mantenere sani gli elettrodomestici con gli addolcitori
Prima di parlare della necessità di un addolcitore per l’acqua dura, vogliamo evidenziare quando è necessario. Innanzitutto avrete notato che non abbiamo parlato di caraffe filtranti o altri sistemi di filtraggio a monte della rete idrica domestica. Come già detto, l’utilità di addolcire tutta l’acqua che entra nella rete domestica è relativa, soprattutto se si impoverisce di Calcio e Magnesio un’acqua potabile di elevato valore nutritivo per la salute dell’uomo come già evidenziato. Per chiarire questo concetto, evidenziamo un fatto fondamentale: il calcare si forma quando l’acqua viene riscaldata e si satura di carbonato di Calcio che precipita. Quindi il problema del calcare che si forma nei tubi della rete domestica riguarda principalmente l’acqua che viene scaldata nella caldaia o l’acqua sanitaria e quella utilizzata nella lavastoviglie e nella lavatrice.
- potenza caldaia < 100 kW e durezza dell’acqua è > di 25° F
- potenza caldaia > 100 kW e durezza dell’acqua è > di 15° F