Un pozzo permette di fruire dell'acqua proveniente da una falda sottostante per soddisfare tutti i bisogni familiari. Se la falda risulta contaminata, però, l'acqua prelevata dal pozzo non è idonea al consumo umano e, qualora venga adoperata per dissetarsi, usi sanitari o per l'irrigazione dell'orto, può rappresentare un rischio per la salute.

In ogni caso, oggi esistono diversi sistemi per potabilizzare l'acqua del pozzo, che la rendono chimicamente e biologicamente pura e, di conseguenza, sicura per la salute dell'uomo.

Perché potabilizzare l'acqua di un pozzo         

La potabilizzazione dell'acqua di pozzo ha inizio sempre da un'analisi dell'acqua. L'indagine mira a stabilire la presenza e il tipo di contaminanti nella falda e la loro concentrazione, in modo da confrontarli con i parametri limite fissati dal Dlgs 18/2023 e stabilire a quali trattamenti ricorrere per rendere l'acqua pura sotto il profilo chimico e microbiologico

L'analisi chimica è dovuta al fatto che l'acqua della falda, nella sua naturale migrazione sotterranea, attraversa diversi corpi rocciosi, acquisendo minerali e metalli che ne influenzano la composizione fisico-chimica e organolettica. Molti di questi contribuiscono ad arricchirla di sostanze preziose per l'uomo, altre però possono renderla meno salubre: di conseguenza, è fondamentale accertarsi che il contenuto di tali elementi sia compatibile con il limite consentito dalla normativa.  

L'analisi microbiologica dell'acqua mira invece a valutare la presenza di virus e batteri di  origine fecale (coliformi totali, enterococchi, escherichia coli): microrganismi patogeni potenzialmente rischiosi per la salute dell'uomo. Un'analisi dell'acqua deve inoltre accertare l'eventuale presenza di inquinanti provenienti dalle attività antropiche, come diserbanti e concimi rilasciati nel terreno dalle normali operazioni agricole.

Bere acqua contaminata può portare al verificarsi di episodi di gastroenteriti, vomito, dissenteria, eruzioni cutanee, 'epatite A e il colera.

Inoltre, in rarissimi casi, può esporre l'uomo agli effetti del radon, un gas proveniente dal suolo, riconosciuto come agente cancerogeno.

Potabilizzare l'acqua del pozzo è quindi un processo molto importante, e in alcuni casi potrebbe richiedere anche più di un trattamento. 

Come potabilizzare l'acqua del pozzo: trattamenti per migliorarne le qualità microbiologiche e chimiche   

Per potabilizzare l'acqua del pozzo e renderla del tutto sicura per il consumo umano, è necessario ricorrere a una serie di sistemi di trattamento professionali. Gli apparecchi di questo tipo vengono in genere collocati a monte della rete idrica domestica, in modo che l'intera abitazione possa disporre di acqua pulita e sicura per l'uomo.

Le realtà specializzate nella potabilizzazione delle acque hanno le competenze per configurare, progettare e installare l'impianto più adatto alle specifiche esigenze.

Alla luce delle diverse sostanze potenzialmente presenti nell'acqua grezza, i trattamenti disponibili sono di due tipi: quelli atti a ripristinare la qualità dell'acqua sul profilo microbiologico, eliminando quindi virus e batteri, e quelli designati ad agire sulle caratteristiche chimiche.

Clorazione

Uno dei primi e più importanti trattamenti microbiologici è la clorazione, un processo di disinfezione, in genere molto economico, utilizzato per abbattere la carica batterica dell'acqua. 

Il trattamento avviene all'interno di un serbatoio, collocato a monte della rete idrica domestica, dove l'acqua proveniente dal pozzo viene sottoposta a un processo di sanificazione mediante l'aggiunta di una certa quantità di cloro.

La clorazione assicura la perfetta disinfezione dell'acqua attraverso l'eliminazione di microrganismi, virus e batteri, ma anche degli effetti contaminanti dei depositi che tendono a formarsi sulle superfici di pozzi e impianti. 

Sterilizzazione con raggi UV

La potabilizzazione microbiologica dell'acqua di pozzo può essere effettuata anche tramite appositi sistemi di sterilizzazione a raggi UV, degli apparecchi germicidi, adoperati già da molto tempo per il trattamento delle acque grezze, che sfruttano la luce ultravioletta, emessa da una particolare lampada UV, per eliminare germi e batteri. 

L'efficacia di questi dispositivi è talmente alta che oggi sono considerate delle valide alternative ai trattamenti per clorazione. Tuttavia, non sono esenti da criticità, dal momento che, oltre ad avere un costo di manutenzione superiore ad altri trattamenti – che le rende meno convenienti nel lungo periodo – sono soggette all'azione oscurante di manganese, ferro o calcio, che tendono a schermare la luce della lampada e a inibirne l'efficacia germicida. 

Osmosi inversa

L'osmosi inversa o RO, dall'inglese reverse osmosis, è un sistema per il trattamento delle acque che opera sia sui contaminanti biologici sia sui contaminanti chimici. 

Si basa su un insieme di membrane di filtraggio semipermeabili che lasciano passare l'acqua, trattenendo tutte le molecole in essa disciolte superiori alle dimensioni dei pori. 

Si stima che il sistema possa bloccare mediamente il 98% degli elementi presenti  nell'acqua, come cloruri, fitofarmaci, arsenico, piombo, virus, batteri e molecole organiche residue. Tuttavia, a valle del sistema potrebbe essere necessario un trattamento di rimineralizzazione

Deferrizzatore

Il deferrizzatore è un trattamento che permette di ripristinare la qualità dell'acqua sotto il profilo chimico. Si tratta anche in questo caso di un sistema basato sulla filtrazione, ma mirato a trattenere sostanze come ferro e manganese che l'acqua ingloba a contatto con il terreno. 

Con la deferrizzazione è possibile anche eliminare l'odore e il sapore rilasciati da questi elementi: la presenza di ferro e manganese può conferire all'acqua del pozzo un sapore anomalo e una colorazione che va dal rosso al marrone. 

La deferrizzazione aiuta inoltre a contrastare lo sviluppo di ferrobatteri, dei microrganismi che, a contatto con l’ossigeno o in presenza di grandi quantitativi di ferro o manganese, hanno la capacità di proliferare indisturbati.

Addolcitore

Anche l'addolcitore assicura la potabilizzazione dell’acqua di pozzo a uso domestico, migliorandone le caratteristiche chimiche. Il sistema permette di eliminare calcio e magnesio attraverso uno scambio ionico, che avviene a opera di particolari resine capaci di trattenere gli ioni di calcio e il magnesio. 

Un addolcitore contribuisce a ridurre la concentrazione di calcare, rendendo l'acqua del pozzo meno dura.

Autorizzazione per la potabilizzazione dell'acqua di un pozzo domestico 

La legge non prevede la richiesta di un’autorizzazione per la potabilizzazione dell’acqua del pozzo domestico da eseguire privatamente, tuttavia disciplina una serie di attività atte a stabilire l’idoneità dell'acqua captata al consumo umano. 

Difatti, l'impiego dell'acqua di un pozzo per uso potabile è consentito solo quando l'area non è raggiunta dalla rete di distribuzione idrica urbana. Per ottenere l’autorizzazione è necessario che il proprietario del pozzo, invii una richiesta formale all'autorità sanitaria competente.

Ricevuta la comunicazione, l'autorità si attiva per eseguire tutti i controlli qualitativi del caso, che sono finalizzati al rilascio del cosiddetto giudizio di idoneità. La richiesta di certificazione di potabilità può essere effettuata inviando la documentazione necessaria all'ente territoriale di riferimento, ricordando che la procedura può cambiare in base alla Provincia.

Costo della potabilizzazione dell'acqua di un pozzo

Il costo per la potabilizzazione dell'acqua di pozzo muta al variare dei casi. La spesa più importante è legata all'acquisto dell'impianto, che cresce all'aumentare dei volumi da trattare o dei livelli di contaminazione delle acque. 

A questi vanno aggiunti i costi per le analisi e le relative attestazioni di idoneità, oltre a quelli necessari per le periodiche operazioni di manutenzione.