Per comprendere l’importanza dell’acqua sulla Terra è fondamentale sapere che cos’è l’idrosfera. Si tratta di un termine poco noto, eppure rappresenta una risorsa fondamentale presente sul nostro pianeta: l’acqua.
Ovviamente l’idrosfera non si riferisce all’acqua potabile, ovvero quella che esce dai rubinetti e che consumiamo ogni giorno grazie al lavoro di aziende specializzate come Gruppo CAP, ma alle riserve idriche.
Vediamo nel dettaglio cos’è l’idrosfera, cosa significa esattamente, qual è il suo ruolo e come preservare questa risorsa essenziale per la vita.
Qual è il significato di idrosfera?
Per capire cosa si intende con idrosfera bisogna partire innanzitutto dagli stati di aggregazione dell’acqua. Le molecole di H2O, infatti, possono trovarsi in tre diversi stati:
- Acqua allo stato liquido: come quella di mari, oceani, laghi e falde sotterranee;
- Acqua allo stato solido: contenuta per esempio all’interno dei ghiacciai e nelle calotte polari;
- Acqua allo stato aeriforme: ovvero le molecole di H2O contenute nell’aria che circonda la Terra che corrispondono al vapore acqueo nell’atmosfera.
A questo punto è possibile definire come idrosfera l’insieme dell’acqua presente sulla Terra nei suoi tre stati di aggregazione. Per determinare quindi da cosa è formata l’idrosfera, bisogna considerare tutta l’acqua disponibile del Pianeta in forma liquida, solida e gassosa.
L’analisi dell’idrosfera permette inoltre di stabilire dove si trova l’acqua, qual è la quantità di acqua sulla Terra per ogni stato di aggregazione e aiuta a delineare il rapporto tra idrosfera e atmosfera. Non tutte le forme d’acqua contribuiscono allo stesso modo all’idrosfera, inoltre è possibile distinguere diverse categorie d’acqua.
Allo stesso modo, è necessario tenere conto anche dei processi come il ciclo idrologico, infatti in base a dove si trova l’acqua sulla Terra il ciclo dell'acqua è in grado di influenzare le riserve idriche e le condizioni meteorologiche, esercitando al contempo una serie di effetti secondari come quello dell’erosione.
Qual è la principale differenza tra acque marine e acque continentali?
L’idrosfera è composta da varie tipologie di acque. Le acque marine sono quelle che si trovano in oceani e mari, caratterizzate da un’elevata salinità con un valore medio di 35 g/L (in ogni litro d’acqua sono disciolti 35 grammi di sali). Le acque continentali, invece, si trovano sulla terraferma e hanno un grado di salinità inferiore, essendo considerate di fatto acque dolci.
In base a questa distinzione è possibile suddividere l’idrosfera in due ecosistemi più piccoli:
- Idrosfera marina;
- Idrosfera continentale.
Per comprendere cos’è l’idrosfera marina, basti pensare all’insieme delle acque oceaniche o marine ad alta salinità. Si tratta della quasi totalità dell’acqua presente sulla Terra, pari a circa il 97,5% di tutte le risorse idriche del Pianeta.
L’idrosfera continentale è costituita dall’insieme dell’acqua dolce presente sulle terre emerse, quindi dall’acqua di fiumi, laghi, falde sotterranee e ghiacciai. Le acque continentali hanno un contenuto salino piuttosto vario, infatti in base ai componenti presenti all’interno possono presentare una diversa concentrazione di sali.
In genere, la salinità delle acque dolci è di circa 100 mg/L, con la possibilità di trovare acque continentali con una salinità particolarmente bassa di 50 mg/L, oppure più elevata della media fino a 200 mg/L. Quest’ultima può essere un segnale di inquinamento dell’acqua dolce, oppure di una risorsa idrica continentale che passa su delle rocce saline.
La mappa dell’idrosfera: ecco come sono distribuite le acque nell’idrosfera
Conoscere la distribuzione delle acque nell’idrosfera è importante per essere consapevoli dell’effettiva disponibilità di questa risorsa indispensabile per la vita. In particolare, se la percentuale d’acqua sulla Terra è di circa il 71%, ovvero i due terzi del pianeta sono costituiti d’acqua, il 98,3% del totale si trova sulla superficie, l’1,65% nel sottosuolo e appena lo 0,05% nell’atmosfera sotto forma di vapore acqueo.
Per quanto riguarda le acque continentali, rappresentano solo il 2,5% di tutte le riserve idriche della Terra. Tra i bacini d’acqua dolce più grandi c’è il Lago Baikal in Russia con un volume di circa 23.615 Km³, seguito dai Grandi Laghi in Nord America con circa 22.500 Km³ e dai laghi Tanganica, Vittoria e Niassa in Africa.
Come si suddividono le acque continentali? Le acque dolci sulla terra ferma si distinguono in acque stagnanti, per esempio i laghi che non comunicano con il mare, acque correnti di fiumi e ruscelli alimentate da sorgenti, acque meteoriche e acque sotterranee contenute nelle falde acquifere.
L’acqua utilizzabile dall’uomo come acqua potabile è soltanto l’1% del totale delle acque dolci, considerando sia le acque superficiali che quelle sotterranee. Questo dato fa emergere con chiarezza l’importanza di preservare questa risorsa, infatti nonostante l’evoluzione tecnologica per la desalinizzazione dell’acqua marina quella dolce rimane la principale fonte di acqua potabile al mondo.
Come prevenire l’inquinamento dell’idrosfera
Un problema molto serio legato all’industrializzazione e allo sviluppo non sostenibile è l’inquinamento dell’idrosfera, ovvero la contaminazione dell’acqua marina e continentale da parte dell’uomo. L’inquinamento delle acque è dovuto all’immissione di agenti biologici, chimici e fisici all’interno delle riserve idriche che causano alterazioni delle proprietà organolettiche dell’acqua.
Per quanto concerne l’acqua marina, la principale fonte di inquinamento è legata alle microplastiche, delle minuscole particelle di plastica derivate dai rifiuti sversati nei mari e negli oceani che danneggiano la fauna e la flora marina e formano delle vere e proprie isole di plastica. Le microplastiche sono la conseguenza della lenta decomposizione dei polimeri plastici di oggetti come reti da pesca, bottiglie in PET, sacchetti di plastica e materiali da imballaggio.
L’inquinamento dell’acqua continentale, invece, è dovuto ai rifiuti plastici, agli sversamenti delle acque reflue urbane non trattate in fiumi e laghi, all’immissione di sostanze tossiche di scarto provenienti dalle attività industriali e alle sostanze chimiche utilizzate in agricoltura come fertilizzanti e pesticidi, le quali penetrano nel terreno e raggiungono le falde inquinando queste preziose riserve idriche sotterranee.
Cosa fa l’idrosfera sul clima?
Per comprendere meglio i rischi legati all’inquinamento delle acque bisogna capire cosa fa l’idrosfera sul clima. Si tratta di una relazione molto delicata, messa profondamente in pericolo dalle conseguenze di un sistema economico non sostenibile. Innanzitutto, l’idrosfera è coinvolta nel ciclo dell’acqua, ovvero l’evaporazione dell’acqua a causa dell’energia termica solare, la quale passa allo stato di vapore e si condensa sotto forma di nubi, per poi rilasciare acqua allo stato solido sotto forma di pioggia.
Le precipitazioni riportano l’acqua sulla superficie terrestre alimentando mari e oceani, ma anche laghi, fiumi e falde sotterranee sulla terraferma. Una parte considerevole d’acqua viene invece trattenuta dalle piante, le quali la restituiscono all’ambiente attraverso la respirazione, mediante un processo che prevede la scissione dell’acqua per trattenerne idrogeno e la successiva ricombinazione di idrogeno e ossigeno per alimentare il ciclo dell’acqua.
Le acque marine svolgono inoltre un’importante funzione di mitigazione del clima, basti pensare all’influenza delle correnti oceaniche sul clima della Terra e al loro ruolo essenziale di regolazione degli eventi climatici e della temperatura terrestre. Le alterazioni delle acque continentali, invece, sono collegate a fenomeni come la desertificazione, le inondazioni, gli eventi climatici estremi e la distruzione degli ecosistemi naturali.
Come salvaguardare l’idrosfera
Per tutelare l’idrosfera è necessario intervenire sulle cause dell’inquinamento delle acque. D’altronde, la prevenzione è l’approccio più efficace per salvaguardare questa risorsa preziosa, una soluzione senza dubbio meno costosa e più efficiente rispetto a una serie di rimedi che hanno dimostrato nel tempo scarsi risultati.
Innanzitutto è necessaria una profonda conoscenza dei problemi che affliggono l’idrosfera, promuovendo una maggiore consapevolezza e un controllo accurato delle risorse idriche marine e continentali. Dopodiché bisogna mettere a punto strategie ottimali di prevenzione dell’inquinamento dell’idrosfera, attraverso azioni coordinate su scala globale, nazionale e locale.
Ad esempio, è fondamentale diminuire l’utilizzo dei derivati del petrolio, per ridurre la quantità di plastica impiegata ogni giorno e di conseguenza i rifiuti che inquinano le acque superficiali. Inoltre, bisogna adottare sistemi virtuosi di smaltimento, riciclo e recupero dei rifiuti, per evitare che i materiali di scarto finiscano in fiumi, laghi, mari e oceani, favorendo invece il riutilizzo secondo i principi dell’economia circolare.
È necessario migliorare il trattamento delle acque reflue urbane e degli scarti agricoli e industriali, contrastando l’inquinamento delle acque dalle sostanze chimiche e biologiche. Bisogna anche contrastare processi come la cementificazione, preservando le aree naturali e migliorando la manutenzione dei bacini idrici, oltre a incentivare l’utilizzo di fonti di energia pulite per ridurre l’inquinamento di mari e oceani dai residui delle fonti fossili.
Anche la riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera deve essere una priorità per preservare l’idrosfera, in quanto il riscaldamento terrestre causa fenomeni come l’acidificazione degli oceani, lo scioglimento dei ghiacciai e il prosciugamento dei corsi d’acqua superficiali. Bisogna infine tutelare le falde acquifere, evitandone il sovrasfruttamento per conservare questa fonte scarsa di acqua dolce per uso potabile.