La distribuzione dell’acqua nel mondo è varia; in particolare, la maggior parte dell’acqua presente sul nostro pianeta è salata mentre solo una piccola percentuale è dolce. Di questa, una percentuale ancora più esigua è rappresentata da riserve di acqua potabile che negli anni diminuiscono sempre di più, sia a causa dei continui prelievi che dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici.

Il patrimonio idrico mondiale, cioè la disponibilità di riserve idriche nel mondo, è un bene da preservare e gestire al meglio. Se si considera infatti la distribuzione dell’acqua e soprattutto la gestione delle riserve idriche da parte di ogni singolo Paese, la situazione è, non solo molto varia, ma anche complicata.

I dati ad oggi disponibili evidenziano grandi disuguaglianze nell’utilizzo delle riserve idriche che molto spesso coincidono non solo con la disponibilità di acqua di un territorio ma anche con la sua gestione e governance, ovvero la capacità di un Paese di gestire, controllare e governare le proprie risorse, sia con adeguati impianti  che con leggi ad hoc

Approfondiamo quindi insieme la distribuzione dell’acqua nel mondo e come viene gestito il patrimonio idrico nei vari territori!

Quanta acqua c'è nel mondo

Con i suoi 10 mila miliardi di metri cubi l’acqua ricopre più del 70% della superficie terrestre di cui solo il 3% circa è costituita da acqua dolce e potenzialmente potabile, un nutriente vitale per l’uomo che negli anni è diventato sempre più prezioso, tanto da essere definito “oro blu”.

La maggior parte dell’acqua dolce costituisce i ghiacciai e le nevi perenni (68,9%), e non è disponibile per il consumo umano, mentre il 29% è confinato nel sottosuolo dove convoglia in numerose falde sotterranee, profonde anche decine di metri, da cui si può prelevare acqua di elevata purezza e qualità, ma solo, se si hanno a disposizione pompe o altri impianti. Solo lo 0,3%, pari allo 0,008% della totalità dell’acqua presente nel pianeta, è facilmente accessibile nei fiumi e nei laghi. Di tutta quest’acqua dolce viene infatti utilizzato circa l’8% di cui:

  • 70% nell’agricoltura
  • 22% nell’industria
  • solo 8% per il consumo umano e nel settore dei servizi

Questi  dati evidenziano che la maggior parte dell’acqua potenzialmente potabile viene sfruttata per irrigare i campi o negli impianti industriali, sottraendo così all’uomo un bene essenziale per la sua vita che scarseggia sempre di più a causa dei continui prelievi e dei cambiamenti climatici.

Oggi però sarebbe un vero e proprio dovere, poter garantire a tutta la popolazione mondiale l’accesso a questo bene essenziale, un vero e proprio diritto all’acqua che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stimato in almeno 50 litri il fabbisogno personale giornaliero.

Non a caso, garantire disponibilità e gestione sostenibile di acqua e servizi igienici per tutti è il 6° obiettivo dell’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile. Purtroppo, il trattamento e la gestione dell’acqua dolce richiede enormi investimenti e una governance o regole sostenibili e, spesso, nei territori dove l’acqua dolce “scarseggia” il problema non è solo di disponibilità ma anche di tipo economico e politico. Ma come è realmente distribuita l’acqua nel mondo e, in particolare, come vengono gestite le riserve di acqua potabile?

Distribuzione di acqua potabile nel mondo

La maggior parte dell’acqua dolce accessibile all’uomo è distribuita in Nord e Sud America, in particolare in Canada, Asia Settentrionale, Africa centro-meridionale e Australia.

L’Europa ha buone risorse idriche, in particolare nei territori a ridosso delle Alpi. In particolare possiamo distinguere i vari territori in base alla disponibilità di risorse idriche in:

Paesi ricchi d’acqua

Tra i Paesi più ricchi di acqua troviamo Sud America, Oceania, Asia Settentrionale e Nord America, in particolare il Canada, gigante idrico, con una disponibilità di acqua pro capite che varia dai 10 mila ai 50 mila litri a persona. Gli Stati Uniti hanno invece una disponibilità media di 10 mila litri, come i Paesi europei più ricchi di acqua, cioè i Paesi Scandinavi, l’Islanda, l’Irlanda.

In Europa infatti si evidenzia una diseguaglianza tra i territori settentrionali e quelli centro-meridionali. In particolare, la disponibilità varia tra i 5 mila e gli 8 mila litri in Gran Bretagna, Francia, Italia, Spagna, Portogallo e Grecia e poi scende fino a 5.000 litri per Germania, Polonia e Romania.

L’Italia è il Paese più ricco di risorse idriche nel bacino mediterraneo e nell’Europa meridionale grazie alla presenza delle Alpi, uno dei principali bacini di risorse idriche in Europa. In Italia però si osservano grandi disuguaglianze tra il Nord, ricco di acqua potabile, e il Sud povero e a rischio di stress idrico durante la stagione calda.

Paesi poveri d’acqua

Il Nord Africa, in particolare la regione del Sahara, l'Africa orientale, l’Africa meridionale, il Medio Oriente, la Cina, il Messico e l’India con una disponibilità che varia da 2000 a 5000 litri di acqua a persona sono i Paesi poveri  di acqua nel mondo. In particolare, in tali zone si concentrano i circa 2 miliardi di persone senza disponibilità di acqua tanto che per loro lo stress idrico rappresenta un grande problema a cui con l’Agenda 2023 per lo sviluppo sostenibile vorrebbe trovare delle soluzioni al fine di garantire l’accesso sia all’acqua potabile che a servizi igienici sicuri.

In Africa e in Medio Oriente ad esempio quasi 9 bambini su 10 vivono in aree a stress idrico alto o estremamente alto e, infatti, la scarsità idrica rappresenta una criticità quando si parla di salute e nutrizione dei bambini. Lo stress idrico si riflette infatti non solo nell’accesso all’acqua potabile ma anche nella mancanza di servizi igienici e quindi di condizioni di vita poco salutari.

Ormai l’accesso all’acqua è diventato causa di conflitti e sfollamenti, secondo Bertrand Bainvel, Vicedirettore regionale dell’UNICEF per il Medio Oriente e il Nord Africa. Una testimonianza del valore economico, sociale e politico che sta acquisendo il famoso “oro blu”. Con l’Africa, anche Cina e Messico hanno il primato di aree in cui la popolazione risente fortemente della mancanza di acqua potabile o a uso igienico, stando ai dati  riportati quest’anno in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua.

Consumi di acqua potabile globali

Le riserve di acqua potabile rappresentano un bene accessibile a pochi, tanto che il diritto all’acqua, stimato in 50 litri al giorno a persona dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), a oggi non è garantito a più di 2 miliardi di persone nel mondo. La distribuzione delle risorse idriche nel mondo, infatti, non riflette l’andamento dei consumi di acqua.

Se da una parte ci sono paesi come il Sud America e il Canada che hanno a disposizione un importante patrimonio idrico, in media 30-40 mila litri di acqua a persona all’anno, dall’altra in Africa dove in alcune aree si fatica a raggiungere i 3.000 mila all’anno.

Allo stesso tempo però, in Sud America, dove le risorse non mancano, ci sono aree in cui le persone vivono in costante stress idrico a causa della  in mancanza sia di impianti di potabilizzazione e di trattamento dell’acqua che di una governance del patrimonio idrico, elementi essenziali per garantire acqua potabile e ad uso igienico alla popolazione.

Questa situazione si estremizza in Africa, un continente in cui la popolazione vive quotidianamente lo stress idrico critico, nonostante buona parte del suo sottosuolo sia ricco di risorse idriche che potrebbero garantire l’accesso all’acqua per ogni abitante anche in aree povere come il Sahara. Il fatto è che queste risorse nel sottosuolo non vengono prelevate e gestite, probabilmente per interessi economici e politici che da decenni determinano disordini, conflitti, instabilità e povertà oltre a carenza estrema di acqua potabile in molte zone dell’Africa. 

Questa situazione si riflette nei consumi: si passa infatti dai 425 litri al giorno di 1 abitante degli Stati Uniti ai 10 litri per uno del Madagascar. In particolare, è stato stimato che in media una famiglia canadese consuma 350 litri di acqua potabile al giorno, una europea 165 litri e una africana solo 20 litri. 

L'Italia, con 428 litri per abitante al giorno, è prima nell'Ue per prelievo di acqua per uso potabile, ma l'erogazione giornaliera per uso potabile è di fatto quantificabile in 220 litri per abitante, a causa della dispersioni di rete. Un dato che ci mette in allarme ma che da anni si cerca di risolvere con l’introduzione di una sempre più stretta governance dei prelievi, della gestione, del controllo e del riciclo dell’acqua, azioni volte a migliorare l’utilizzo di questo bene garantendo acqua potabile in modo sempre più sostenibile.

Un obiettivo che proprio con il punto 6 dell’Agenda 2023 si cerca di perseguire in tutto il mondo con l’adozione di misure e regole che garantiscano a tutti gli abitanti del mondo l’accesso all’acqua potabile e a uso igienico!

Abbiamo visto che l’acqua nel Mondo non è equamente distribuita e utilizzata: ci sono territori che vivono in grande ricchezza e altri in cui lo stress idrico minaccia la salute della popolazione. Il patrimonio idrico di un paese, rappresenta un tesoro di grande valore , un indice di salute e benessere che negli anni ha acquisito anche un peso economico e politico da non sottovalutare.

L’acqua però è un patrimonio mondiale, è un diritto che dovremmo preoccuparci tutti di garantire a ogni singolo abitante della Terra sostenendo azioni valide per la sua gestione, dalla potabilizzazione al controllo per arrivare al riciclo delle acque nere, grigie e bianche e di quella piovana. Nel nostro piccolo, possiamo iniziare a utilizzare con cura questo bene prezioso, evitando sprechi e assaporando ogni goccia di acqua che scorre dal nostro rubinetto!