La disidratazione deve essere considerata un rischio per la salute da non sottovalutare mai, soprattutto quando si parla di bambini, anziani e donne in gravidanza.
Il termine disidratazione infatti si riferisce a una serie di sintomi ben definiti che rappresentano la manifestazione della carenza di acqua e di alterazioni dell’equilibrio idrico corporeo. questo problema si presenta quando si beve talmente poco da non soddisfare il proprio fabbisogno di acqua giornaliero, o quando si sono persi liquidi in quantità maggiore di quelli assunti, o in presenza di entrambe le situazioni.
Estate e disidratazione infatti vanno proprio a braccetto, una coppia talmente temuta quando si pensa agli anziani, ai bambini e alle donne in gravidanza, che già ai primi caldi arrivano numerose raccomandazioni e informazioni per prevenire questo problema.
Il caldo rappresenta solo uno dei principali fattori di rischio della disidratazione, ce ne sono molti altri che persistono tutto l’anno. In particolare vedremo che con bambini e anziani lo stato d’allerta è continuo, soprattutto perché spesso non rispondono al principale stimolo che protegge dalla disidratazione: la sete!
Disidratazione: quando la carenza di acqua corporea diventa un problema di salute
L’acqua è essenziale per l’uomo tanto da essere un elemento vitale per il nostro organismo.
La “macchina uomo” infatti ha sviluppato un fine sistema di controllo delle entrate e delle uscite di acqua al fine di assicurare a tutte le cellule del nostro corpo la quantità di acqua di cui hanno bisogno in ogni istante.
Numerose sentinelle, chiamate recettori, infatti monitorano le concentrazioni di acqua e di liquidi corporei al fine di mantenere il bilancio idrico, ovvero l’equilibrio tra entrate e uscite.
In particolare le entrate sono regolate dallo stimolo della sete e le uscite dalla sudorazione e dalla diuresi.
La più piccola variazione del loro equilibrio può alterare la vitalità delle cellule, il volume del plasma sanguigno e ripercuotersi negativamente sul nostro stato di salute; ragion per cui il nostro organismo è programmato per risolvere in massimo 24 ore una perdita d’acqua dell’1% avvisandoci fin da subito con lo stimolo della sete.
Le principali cause di disidratazione sono la scarsa assunzione di acqua, molto al di sotto del fabbisogno giornaliero, e/o l’elevata perdita di liquidi corporei.
In particolare queste due condizioni sono favorite da:
- Diuresi eccessiva, in genere legata all’assunzione di alcuni farmaci
- Sudorazione eccessiva legata sia al caldo che all’attività sportiva e non compensata da un adeguato introito di acqua.
- Febbre ustioni, scottature solari e altre condizioni che determinano un aumento della temperatura corporea
- Vomito o diarrea prolungati dovuti ad esempio ad infezioni virali
- Scarsa risposta allo stimolo della sete, una condizione spesso subdola e difficile da intercettare che coinvolge principalmente bambini e anziani
- Faringite o stomatite
- Naso chiuso e difficoltà a respirare nei neonati
Il caldo in estate in particolare favorisce l’aumento della temperatura corporea e può aumentare il rischio di disidratazione, in particolare nelle donne in gravidanza, negli bambini e negli anziani.
In particolare la gravidanza determina un aumento fisiologico della temperatura corporea che causa un aumento del fabbisogno giornaliero di acqua e delle perdite di acqua corporea anche per evaporazione. In generale le donne in gravidanza infatti tendono ad avere più caldo, anche d’inverno.
D’estate però l’aumento della temperatura corporea in gravidanza rappresenta un fattore di rischio da non sottovalutare, tanto che oltre a bere molto si consiglia di evitare di uscire durante le ore più calde. La stessa cosa vale anche per bambini e anziani ma ci sono anche ulteriori fattori di rischio da evidenziare.
Dopo aver conosciuto i sintomi della disidratazione, vedremo quindi perché tende spesso a colpire proprio i più piccoli e gli anziani.
Sintomi della disidratazione
La pelle secca e che si squama è il primo segnale di uno stato di lievissima disidratazione, una condizione che spesso siamo abituati a risolvere nel brevissimo tempo bevendo più acqua.
La disidratazione diventa un rischio della salute quando si inizia ad evidenziare una perdita di peso, considerato un indice di gravità proporzionale alla perdita di fluidi.
La disidratazione infatti è classificata in
- Lieve: perdita di fluido corporeo inferiore a 50 ml / kg o perdita di peso inferiore al 5%;
- Moderata: perdita di fluido corporeo da 50 a 100 ml / kg o perdita di peso dal 5% al 10%;
- Grave: perdita di liquidi corporei superiore a 100 ml / kg o perdita di peso superiore al 10%.
La perdita di peso è spesso associata a vari sintomi che aumentano di intensità passando dalla forma lieve a moderata:
- Sete con bocca secca e appiccicosa fino a sete estrema con bocca molto secca
- Pelle e mucose da secche a molto secche. In particolare nelle condizioni gravi la cute appare raggrinzita e manca di elasticità
- Sonnolenza o stanchezza, mal di testa e debolezza muscolare con capogiri o sensazione di testa vuota fino ad irritabilità e confusione negli adulti per arrivare nei casi più gravi a delirio o incoscienza. Pignoleria estrema e irritabilità se stimolati accompagnati a sonnolenza nei neonati e nei bambini
- Pressione sanguigna bassa e battito cardiaco accelerato
- Febbre
- Diminuzione della produzione di urina fino ad arrivare a minzione scarsa o nulla con produzione di urine concentrate dal colore giallo scuro
- Assenza o scarsità di lacrime quando si piange e mancanza di sudorazione
- Pressione sanguigna bassa e battito cardiaco accelerato
- Febbre
- Occhi infossati
- Nei neonati le fontanelle sulla parte superiore della testa di un bambino sono infossate
Disidratazione nei bambini e nei neonati: quando è associata a problemi di salute
I bambini e i neonati sono a elevato rischio di disidratazione, non a caso i pediatri raccomandano continuamente di far bere i più piccoli anche quando sono in salute. In linea generale la dissenteria è considerata la principale causa di disidratazione nei bambini al di sotto dei 4 anni in tutto il mondo.
Quando un bambino soffre di dissenteria è essenziale farlo bere, anche poco ma spesso.
La perdita di acqua e sali nei piccoli è elevata e fortemente debilitante, anche perché il loro corpo contiene una percentuale di acqua più elevata rispetto all’adulto, pari al 75%.
In queste situazioni il pediatra è il riferimento fondamentale per gestire il piccolo, in particolare nell’emergenza il suo intervento è fondamentale per capire segni e sintomi e la necessità di un eventuale ricovero.
Altre cause di disidratazione sono la stomatite, la faringite e anche le difficoltà respiratorie nei bambini molto piccoli, entro il primo anno di vita.
I bambini quando stanno male tendono a rifiutare cibo e acqua. Se tali rifiuti perdurano e sono associati a stanchezza mista a irritabilità, labbra e pelle secche, potrebbe proprio trattarsi di un inizio di disidratazione da gestire subito.
Nel neonato inoltre non bisogna mai sottovalutare il naso chiuso o congestionato. I più piccoli infatti respirano esclusivamente con il naso fino all’anno di vita e se questo è chiuso tendono a rifiutare di nutrirsi.
Tale situazione va condivisa con il pediatra per monitorare fin da subito il piccolo a elevato rischio di disidratazione.
Non bisogna infine dimenticare che anche la febbre può favorire la disidratazione dei più piccoli se non assumono un adeguato apporto di acqua o altri liquidi. La febbre infatti determina per tutti un aumento della temperatura corporea che favorisce la perdita di acqua corporea.
Nei bambini, caratterizzati da un metabolismo molto veloce, l’assunzione di acqua o altri liquidi anche zuccherati è importante per mantenere e controllare proprio l’equilibrio idrico.
Caldo e disidratazione nei bambini sani: l’educazione a bere è essenziale!
Anche i bambini sani sono inclusi nel gruppo a elevato rischio di disidratazione, in particolare durante l’estate.
I bambini hanno una temperatura basale più elevata dell’adulto e quindi le perdite di acqua corporea durante l’estate con il caldo sono anche più veloci.
Se poi si pensa al fatto che nemmeno il caldo frena la vitalità dei più piccoli, in grado di correre e giocare anche a temperature pesanti per un adulto, si può intuire quanto elevato sia il rischio di disidratazione per un bambino che beve poco.
I più piccoli infatti spesso non sono in grado di rispondere in modo adeguato allo stimolo della sete e, ancora meno, di valutare il bisogno maggiore di bere quando si stanno divertendo. In particolare gli studi hanno evidenziato che i più piccoli percepiscono la sete ma non rispondono in modo adeguato per pigrizia o perché sono distratti dal gioco o altre cose più interessanti per loro.
Diventa quindi fondamentale educare i bambini a bere acqua e a rispondere allo stimolo della sete. Insegnare ai bambini che al primo stimolo di sete bisogna bere senza aspettare che il bisogno di acqua diventi estremo è fondamentale per diminuire il rischio di disidratazione.
Anziani quando lo stimolo della sete invecchia il rischio di disidratazione aumenta!
L’anziano è un soggetto sempre ad alto rischio di disidratazione. In particolare, con il passare degli anni invecchia anche il meccanismo che modula lo stimolo della sete e alcuni anziani praticamente non lo percepiscono più.
Inoltre si dimenticano di bere, soprattutto se per loro rispondere al fabbisogno giornaliero d’acqua è sempre stato un optional.
È quindi importante ri-educarli a bere e aiutarli anche a imporsi delle regole giornaliere per assumere acqua ad intervalli precisi.
Quando lo stimolo della sete è debole creare una regola aiuta: bere acqua per gli anziani è essenziale per mantenersi in salute.
Durante l’estate dovrebbe addirittura diventare un imperativo, quasi come si trattasse di una medicina e oltre ogni tendenza a banalizzare, perché il rischio di disidratazione è elevato.
In aggiunta, tale rischio aumenta ancora di più se siamo di fronte ad anziani malati o, ancora peggio, non autosufficienti. Le persone che li seguono infatti devono farli bere regolarmente, anche quando non lo chiedono. Infatti abbiamo visto che l’anziano sente poco la sete, anche quando è estrema tenderebbe a non chiedere acqua.
È quindi importante farli bere poco e spesso, ancora di più se non sono più autonomi. Naturalmente il medico è il riferimento che può aiutarci a trovare il modo migliore per far bere in modo adeguato gli anziani ed evitare spiacevoli problemi.
Bambini, donne in gravidanza e anziani sono tra i gruppi a maggior rischio di disidratazione, un problema che si può prevenire bevendo acqua. Un’abitudine semplice, sana e a portata di mano: basta aprire l’acqua del rubinetto per godere dei suoi innumerevoli benefici!