Quando si fa riferimento ad acqua minerale naturale e oligominerale è importante tenere conto delle loro differenze. Conoscere ciò che le caratterizza aiuta a compiere una scelta informata, individuando qual è l'acqua giusta da portare in tavola o ideale per una perfetta idratazione. Innanzitutto, è necessario partire dal concetto che tutte le acque sono minerali, dal momento che, con l'esclusione della sola acqua distillata, qualunque acqua destinata al consumo umano presenta un certo contenuto di sali minerali.
I diversi gradi di mineralizzazione consentono di dividere le acque in quattro diverse categorie, tra le quali è possibile distinguere l'acqua oligominerale naturale come quella più adatta al consumo quotidiano.
Acqua oligominerale: qual è il significato
Con il termine di “acqua oligominerale” si intende un'acqua che contiene una determinata quantità di sali minerali – o oligoelementi.
Per comprendere cosa significa acqua oligominerale, è necessario infatti introdurre il concetto di residuo fisso, il parametro che indica i livelli complessivi di minerali disciolti nell’'acqua, che è di solito riportato e sull'etichetta o sulle analisi si condivise periodicamente dal proprio gestore idrico.
Questo valore è piuttosto variabile e dipende dal grado di mineralizzazione che l'acqua subisce nel sottosuolo o durante il suo percorso a contatto con le rocce. Di conseguenza, il residuo fisso non è da ritenersi dannoso per la salute e non può essere considerato come un elemento determinante per la valutazione della qualità di un'acqua.
Del resto, se si esclude il gusto personale o particolari esigenze di salute, non esiste un'acqua migliore in assoluto, ma solo acque che, per i loro diversi componenti, sono più o meno indicate per alcuni regimi alimentari.
In questi casi, però, a stabilire quale sia l'acqua più indicata da bere, al variare del residuo fisso, è sempre il medico curante, che tiene conto del disturbo, dell'età del paziente e delle particolari carenze da compensare.
La differenza tra acqua minerale e oligominerale
Il contenuto di sali minerali consente di tracciare una netta differenza tra acqua oligominerale e acqua minerale. Difatti, anche se spesso sono considerate equiparabili, si tratta di due tipologie di acque che si distinguono, oltre che per i loro valori di residuo fisso, per i diversi usi a cui sono destinate.
In particolare, al variare della concentrazione degli oligoelementi, è possibile definire le acque oligominerali come quelle il cui valore di residuo fisso è sempre inferiore a 500 mg/l, mentre sono acque minerali quelle con un residuo fisso compreso tra un minimo di 500 mg/l e un massimo di 1000 mg/l.
Queste ultime, in virtù del loro contenuto medio di sali disciolti, si rivelano piuttosto indicate nei regimi alimentari:
- Degli sportivi;
- Di individui che presentino una carenza di calcio;
- In tutti quei casi in cui sia necessario integrare questo minerale, come accade ad esempio per le donne in menopausa.
Al contrario, l'acqua oligominerale, a causa di una concentrazione di sali minerali inferiore, è un'acqua perfetta da portare in tavola tutti i giorni; può essere consumata sia dagli adulti sia dai bambini senza alcuna limitazione, ed è di frequente la scelta suggerita in fase di diabete compensato.
Inoltre, spesso è la soluzione più opzionata in caso di calcolosi, anche se recenti studi tendono a escludere l'effetto terapeutico dell'acqua oligominerale per i calcoli renali, negando ogni correlazione tra l'insorgenza di calcolosi e la mineralizzazione dell'acqua.
È importante sottolineare che i valori di residuo fisso permettono di individuare anche altre due tipologie di acque, ovvero:
- Le acque minimamente mineralizzate, che presentano un contenuto di residuo fisso inferiore a 50 mg/l, quindi definite leggere;
- Le acque ricche di sali minerali, i cui valori di residuo fisso sono superiori a 1500 mg/l e per questo in genere consumate per colmare alcune particolari carenze su stretto consiglio di uno specialista.
In ogni caso, per distinguere un'acqua oligominerale da un'acqua minerale basta semplicemente consultare i parametri indicati sull'etichetta, che aiutano a riconoscere le acque in base al loro contenuto e in particolare ai valori di residuo fisso.
Le marche di acqua oligominerale in commercio sono numerosissime, in ogni caso è bene sottolineare che anche l'acqua che esce dal rubinetto può essere considerata come un'acqua oligominerale.
Quali sono le acque oligominerali?
Dunque qual è l'acqua oligominerale e quali sono le caratteristiche che la contraddistinguono dalle altre acque? Alla luce dei valori che presenta, è possibile definirla come un'acqua iposodica, dalle elevate proprietà depurative e con una certa valenza terapeutica in presenza di alcune patologie.
Inoltre, dal momento che le acque che giungono dall'acquedotto fino a casa sono classificate come oligominerali e leggermente mineralizzate, spesso la migliore acqua oligominerale in circolazione è proprio quella che esce dal rubinetto. Di conseguenza, nella maggior parte dei casi è un'acqua immediatamente disponibile, oltre a essere adatta a tutta la famiglia.
Per esempio, si può utilizzare l'acqua oligominerale per i neonati e in particolare per la diluizione del latte in polvere, grazie al suo basso contenuto di minerali che non va ad alterare la formula caratteristica del latte artificiale.
Inoltre, alternata a quella a media mineralizzazione calcica, è un'acqua ampiamente consigliata per la dieta degli anziani e delle neo mamme durante l'allattamento, per una perfetta idratazione quotidiana, ma non priva di un certo quantitativo di minerali.
Essendo poi l'acqua oligominerale povera di sodio -un minerale responsabile dell'aumento della pressione e dell'affaticamento cardiaco-, è in genere fortemente consigliata per chi soffre di ipertensione arteriosa o ha l'esigenza di seguire una dieta iposodica.
In aggiunta, l'acqua oligominerale stimola la diuresi e favorisce l'eliminazione delle tossine, di conseguenza si rivela piuttosto adeguata per depurare l'organismo o per affiancare regimi alimentari ipocalorici.
Naturalmente, l'acqua oligominerale non ha controindicazioni, di conseguenza, può essere bevuta in ogni momento della giornata senza alcuna limitazione di sorta.
Acqua oligominerale e residuo fisso
Il residuo fisso, la cui unità di misura è mg/L, è il parametro che consente di classificare le acque in base alla loro mineralizzazione.
Come visto, il residuo fisso dell'acqua oligominerale non può superare i 500 mg/L, un valore che, dal punto di vista scientifico, rappresenta la quantità di sali minerali che si depositano per un litro d'acqua che viene fatto evaporare a una temperatura di 180°C.
Acqua non oligominerale
Quando si parla di acqua non oligominerale non ci si riferisce a un'unica tipologia di prodotto. Con il termine di acqua non oligominerale si intende infatti un'acqua il cui grado di mineralizzazione non ricade nel range delle classiche acque oligominerali.
Di conseguenza, quella delle acque non oligominerali è una categoria estremamente vasta in cui rientrano tutte quelle acque che presentano un residuo fisso al di fuori dei livelli massimi e minimi stabiliti.
Sono acque non oligominerali, dunque, tutte quelle acque minimamente mineralizzate, ma anche quelle che al contrario si presentano con un ricco contenuto di sali e che sono adoperate prevalentemente per ragioni terapeutiche.
L'acqua oligominerale è frizzante?
Un'acqua oligominerale può essere sia naturale che frizzante. In quest'ultimo caso, si tratta di un'acqua con un residuo fisso inferiore ai 500 mg/L alla quale è stata addizionata dell'anidride carbonica con il classico processo che permette di ottenere l'acqua gassata.
L'acqua così ottenuta ha le medesime proprietà minerali di un'acqua oligominerale, garantendo il classico effetto dissetante dell'acqua con le bollicine.