L'Italia è un paese che, grazie alla sua morfologia, può vantare una delle più ricche riserve idriche in tutta Europa. Una buona parte di questo patrimonio è dovuta alle sorgenti, delle risorse che forniscono un approvvigionamento di acqua spesso protetto da eventuali contaminazioni.

L'Italia, inoltre, grazie alla vasta quantità di acquiferi distribuita lungo le aree montane, collinari e pedemontane, è ricca di acqua di sorgente di montagna, la quale in molti casi va ad alimentare, assieme alle normali falde, anche gli impianti di distribuzione idrica domestica.

Naturalmente, in virtù del viaggio che compie prima di emergere in superficie, eseguire l'analisi dell'acqua di sorgente è un requisito del tutto indispensabile: infatti, grazie ai controlli effettuati, è possibile definire l'acqua di sorgente potabile, soprattutto alla luce di quanto previsto dal Decreto Legislativo del 23 febbraio 2023, n. 18, che classifica questa risorsa come acqua destinata al consumo umano.

Acqua di sorgente: definizione 

A tracciare una denominazione univoca dell'acqua di sorgente è il Decreto Legislativo 8 ottobre 2011, n. 176, che definisce questa risorsa come un'acqua allo stato naturale, imbottigliata alla sorgente, che ha origine da una falda o da un giacimento sotterraneo e che emerge per cause naturali o per effetto di perforazione. 

L'acqua di sorgente è infatti un'acqua che sgorga in superficie da una bocca sorgiva, di forma e dimensioni variabili in base alla tipologia della sorgente, per poi confluire in un ruscello che, in alcuni casi, può estendersi anche per diversi chilometri. L'acqua che non emerge naturalmente e non è estratta con opere di captazione può proseguire lungo il suo percorso fino ad alimentare i corpi idrici in pianura.

Le acque di sorgente, naturalmente, devono rispondere ad alcuni requisiti di qualità e la salubrità che le rendono adatte al consumo umano.

Si può bere l'acqua di sorgente?

Ma è possibile bere acqua di sorgente? In virtù degli strati profondi rocciosi da cui proviene, sul piano teorico è microbiologicamente molto più protetta dai rischi di inquinamento a cui sono invece soggette le acque più superficiali. Tuttavia, oggi le acque sotterranee sono fortemente minacciate a livello qualitativo dall'attività antropica, a causa della quale è necessario tenere alta la soglia di attenzione.

Per sapere se è possibile bere l'acqua di una sorgente, ci si può dunque rifare ai diversi atlanti, pubblicati dagli enti predisposti dalle regioni e dalle province autonome, contenenti la lista delle fonti sorgive censite nei vari territori. 

In Italia esistono moltissime manifestazioni sorgentizie adeguatamente localizzate tramite un'attività di censimento che ha avuto inizio nel secolo scorso da parte del Servizio Idrografico Nazionale: una classificazione che oggi si rivela quanto mai attuale, anche in relazione al valore strategico, ambientale ed economico che queste risorse rappresentano per i loro territori.

Tuttavia, l'enorme quantitativo di corpi idrici presenti a livello regionale e le complessità di tipo idrogeologico rendono queste operazioni piuttosto complicate, facendo sì che il numero di sorgenti che non sono state rilevate sia ancora ampio.

Il monitoraggio delle acque sorgive e i relativi controlli sono di competenza delle Agenzie ambientali (APAT, ARPA e APPA) che operano a livello regionale con indagini conoscitive preliminari e di regime.

Naturalmente, le sorgenti devono rispondere gli obblighi generali disciplinati dall'Art.4 del decreto legislativo 23 febbraio 2023, n. 18, il quale, con l'obiettivo di preservare la salute degli individui dalle conseguenze di una contaminazione delle risorse idriche, disciplina che le acque sono idonee al consumo umano se risultano:

  • Prive di microrganismi, virus, parassiti o altre sostanze che possano rappresentare un rischio in termini di salubrità;
  • Aderenti alle misure previste dagli articoli da 5 a 15 in merito ai punti in cui i parametri devono essere rispettati, alle valutazioni relative all'approccio basato sul rischio, ai prodotti per il trattamento e ai requisiti minimi di igiene per i materiali con cui entrano in contatto;
  • Rispondenti ai requisiti minimi stabiliti nell'allegato I, con esclusione, per le sole acque di sorgente, dei parametri contenuti nella tabella relativa alla parte A.
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Acqua di sorgente: caratteristiche 

Le acque di sorgente si definiscono tali in virtù di una serie di caratteristiche. Innanzitutto, sono acque riconosciute dal Ministero della Salute, con un provvedimento pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, ufficializzato a conclusione di un iter che può essere avviato dal titolare di una concessione o di un permesso di ricerca rilasciato dalle autorità competenti. 

Inoltre, secondo quanto imposto dalla normativa, non possono essere trasportate se non mediante adeguate tubature di adduzione che la conducano verso lo stabilimento, il che le rende delle acque confezionate all'origine.

Infine, l'acqua di sorgente può essere di libero consumo o imbottigliata e messa in commercio, naturalmente previa apposita autorizzazione regionale che accerti l'assenza di ogni genere di criticità.

Quali sono i benefici dell'acqua di sorgente?

Come tutte le acque destinate al consumo umano, l'acqua di sorgente può assicurare diversi benefici al variare della sua particolare composizione. Gli acquiferi, prima di sgorgare in superficie, compiono infatti un lungo percorso, durante il quale scorrono attraverso fratture e cavità per depositarsi, in alcuni casi, in aree di raccolta naturali ubicate nella profondità dei terreni.

In questo viaggio a contatto con le rocce, le acque si arricchiscono di oligoelementi come calcio, fosfati, nitrati, sodio, potassio e cloruro, con una concentrazione dipendente sia dalla tipologia di aggregati minerali incontrati lungo il percorso sia dalla durata del processo di mineralizzazione. Da questo tragitto derivano i valori di residuo fisso dell'acqua che sono diversi al variare della sorgente.

Naturalmente, il residuo fisso è un valore che non incide minimamente sulla qualità dell'acqua, anzi, dalla conoscenza delle diverse concentrazioni di questo parametro è possibile scegliere l'acqua più indicata al variare dello specifico regime dietetico. 

Difatti, se le acque povere di sali minerali sono particolarmente adatte per la dieta dei neonati e quelle mediamente minerali sono consigliate per riequilibrare i sali e i liquidi persi durante l'attività sportiva, quelle ricche di minerali sono acque adoperate per finalità terapeutiche ed esclusivamente a fronte di prescrizione del medico curante.

Acqua di sorgente o minerale: quale differenza?

Trattandosi in entrambi i casi di acque provenienti da giacimenti naturali, è difficile tracciare una distinzione netta tra acqua di sorgente e acqua minerale. Eppure, a livello normativo, esistono una serie di differenze, che analizzate nel dettaglio consentono di valutare quale sia la più indicata all'uso quotidiano e se preferire eventualmente l'acqua di sorgente o minerale.

A sancire una prima differenza è il Decreto Legislativo 8 ottobre 2011, n. 176, il quale, pur eguagliando le due tipologie di acqua per la loro provenienza, distingue le acque minerali naturali da quelle sorgive poiché possono presentare delle caratteristiche igieniche particolari e, in alcuni casi, anche delle proprietà favorevoli alla salute, come effetti digestivi, diuretici o lassativi

Una seconda differenza è data poi dalle etichette: difatti, sulle acque sorgive devono essere riportate diverse indicazioni relative alla denominazione, alla località, al volume nominale, al titolare del provvedimento e ad eventuali trattamenti di captazione, separazione o aggiunta di anidride carbonica, ma non è obbligatorio riportare la composizione chimica, come invece avviene per le acque minerali naturali. 

È importante sottolineare infine che, sia a livello di composizione che a livello qualitativo, le acque di sorgente sono paragonabili a quelle minerali, a loro volta comparabili all'acqua che esce dal rubinetto, la quale presenta un'elevata qualità, documentata da dati analitici provenienti da laboratori certificati. Un aspetto che consente di valutare ogni risorsa in modo consapevole e compiere scelte di consumo sempre più informate.