Trent’anni fa era normale veder arrivare una o due volte alla settimana “l’uomo delle bibite”. Viaggiava con il suo camioncino zeppo di bottiglie di vetro consegnando acqua e bibite di tutti i tipi in bottiglia alle famiglie che si affidavano al suo servizio. I più amati sapevano anche portare allegria nelle strade dei quartieri delle città o dei piccoli paesi annunciando il loro arrivo con filastrocche al megafono o musica a tutto volume.
Con l’arrivo delle bottiglie di plastica pian piano sono quasi scomparsi e oggi si intravedono di sfuggita alcuni camioncini delle bibite per le strade extraurbane e “si perdono nel caos di vari servizi di consegna, a testimoniare abitudini di un passato non molto lontano.
In realtà, gli “uomini delle bibite” offrono ancora oggi un servizio di grande valore: il vuoto a rendere. Nello specifico vedremo insieme che si tratta di una valida alternativa alla plastica per chi non può fare a meno delle bevande in bottiglia: un’opportunità reale in un mondo in cui si parla sempre più di sostenibilità ambientale. Scopriamolo insieme!
Vuoto a rendere: definizione e caratteristiche
Il vuoto a rendere è una vecchia modalità di distribuzione delle bevande in bottiglia che è stata via via accantonata nel tempo con l’arrivo della plastica. In particolare, con il vuoto a rendere si vendono acqua e bibite in bottiglie di vetro che, dopo l’uso, saranno riconsegnate allo stesso distributore per essere riutilizzate.
Il vetro per uso alimentare infatti rappresenta uno dei migliori materiali per la conservazione di bevande e cibo: è stabile a contatto con gli alimenti, è resistente agli sbalzi di temperatura e permette di ottenere bottiglie riutilizzabili, previa sterilizzazione, fino a 30 volte.
Il vetro poi è esso stesso un materiale riciclabile quasi al 100%, caratteristica che permette di ridurre di molto l’impatto ambientale. La filiera del vuoto a rendere infatti prevede un’elevata riduzione di emissioni di CO2 dovute al trasporto o alle fasi di lavorazione e sterilizzazione. Sicuramente inquina molto meno di quella del vuoto a perdere e ancora meno della filiera delle bottiglie di plastica. Il vuoto a rendere è stato negli anni abbandonato con l’arrivo delle bibite in bottiglie di plastica o sostituito dal vuoto a perdere.
Le bevande in bottiglie di plastica infatti furono viste come una grande innovazione: economiche e facili da gestire. L’apparenza però ha ingannato tutti e dopo circa 30 anni di bottiglie di plastica, oggi siamo sempre più consapevoli che il conto da pagare è molto anno in termini di inquinamento ambientale. Rispetto al vuoto a perdere, l’impatto ambientale rimane sempre contenuto ma sempre maggiore di quello a rendere. Vediamo meglio perché!
Confronto tra vuoto a rendere, vuoto a perdere e bottiglie di plastica
Il vuoto a perdere è la modalità ora più diffusa per la gestione di bevande e cibi in bottiglie di vetro. Si comprano bibite o alimenti in bottiglie di vetro al negozio di alimentari o al supermercato, dopo averle usate si differenziano nel contenitore del vetro o nelle campane di raccolta e infine vengono ritirate da camion che portano i rifiuti ai centri di raccolta del vetro. Da qui partono altri veicoli che le portano negli stabilimenti di frantumazioni in cui vengono riutilizzate per produrre nuovi contenitori di vetro.
Facendo a spanne il calcolo delle emissioni di CO2 emesse dai viaggi dei camion, confrontando il vuoto a rendere e quello a perdere notiamo le differenze in termini di minor inquinamento di quest’ultimo. Per quanto riguarda le bottiglie di plastica, più volte si è parlato del loro peso ambientale non solo in termini di quintali di microplastiche e plastiche che inquinano la nostra Terra ma anche di petrolio utilizzato per la loro produzione e di emissioni di CO2 derivanti dal loro trasporto.
In generale, il vuoto a rendere è una modalità più sostenibile per l’ambiente rispetto al vuoto a perdere e, naturalmente, ancora di più se pensiamo alla filiera delle bottiglie di plastica. In particolare, il vuoto a rendere rappresenta un’opportunità per chi ama le bevande in bottiglia.
Perché scegliere il vuoto a rendere?
Negli ultimi tempi si sta rivalutando il valore del vuoto a rendere e delle bottiglie di vetro riutilizzabili. In particolare il vuoto a rendere è visto come una potenziale soluzione per ridurre l’impatto ambientale delle bottiglie potendo contare su un materiale riutilizzabile in sicurezza: il vetro per alimenti.
Il vetro alimentare infatti permette di produrre bottiglie riutilizzabili ed è un materiale riciclabile, caratteristiche che aiutano a sostenere l’ambiente proteggendolo dai quintali di plastica in cui l’uomo lo sta sommergendo.
Un’alternativa sostenibile alle bevande in bottiglia di plastica per chi ama le bibite o proprio non ne vuole sapere di bere acqua del rubinetto per questioni di palato o per errate convinzioni, nonostante la sua qualità e sicurezza sia avvalorata da numerosi studi. Ce lo insegnano molti Paesi del Nord Europa, come la Germania, in cui il vuoto a rendere è ampiamente diffuso come soluzione sostenibile sia per le tasche delle famiglie che per l’ambiente.
E in Italia, come viene visto il voto a rendere?
Vuoto a rendere in Italia
Anche il nostro governo ha riconosciuto le opportunità del vuoto a rendere e circa 3 anni fa è stato attivato e approvato con il DECRETO n.142 del 3 luglio 2017, un regolamento per la sperimentazione di un sistema di restituzione di specifiche tipologie di imballaggi destinati all'uso alimentare.
Purtroppo l’iniziativa non ha riscosso molto successo tra ristoranti e bar, coinvolti con un appello in prima linea, e il tutto sembra essere caduto in sordina, nonostante siano stati realizzati o attivati impianti di raccolta e sterilizzazione per sostenere la filiera del vuoto a rendere.
A oggi il regolamento è ancora valido e basterebbe un’ampia adesione della collettività per riattivare una filiera che promette di ridurre in modo sostenibile l’impatto ambientale del mercato dell’acqua e delle bevande in bottiglia in termini di emissioni di CO2 dovute al trasporto e di inquinamento da plastica.
Se pensiamo che secondo recenti statistiche ogni Italiano consuma ben 244 litri di acqua, senza contare altre bevande, di cui l’84% in bottiglie di plastica, abbiamo una chiara visione di quanto la scelta del vuoto a rendere impatterebbe positivamente sull’ambiente. In termini economici si parla di un risparmio di ben 950 mila euro in termini di consumo di petrolio.
Abbiamo evidenziato come il vuoto a rendere rappresenti una soluzione di sostenibilità per l’ambiente: l’opportunità di ridurre l’inquinamento legato al consumo di bottiglie di plastica sostituendole con quelle in vetro alimentare riutilizzabile e riciclabile.
Quindi, se proprio non vogliamo rinunciare alle bevande in bottiglia, almeno cerchiamo di scegliere il vuoto a rendere come nuova abitudine di approvvigionamento di acqua gassata se non c’è vicina una Casa dell’acqua e bibite o gassate. Una scelta che in termini economici non pesa molto sulle nostre tasche e che nel tempo garantisce un investimento di grande valore per il futuro di tutti noi!